È già intrisa di polemiche prima ancora di essere costituita la Consulta antimafia, l’organismo istituito dal consiglio comunale per occuparsi del monitoraggio della criminalità organizzata, che svolgerà un ruolo parallelo all’analogo Comitato antimafia voluto dal sindaco Gigi Farioli a supporto della sua attività e presieduto dal procuratore capo di Varese Maurizio Grigo.
I nove aspiranti membri della commissione di nomina consiliare sono stati svelati lunedì: in lizza Massimo Brugnone blogger, militante dei Giovani Democratici e già presidente di Ammazzateci Tutti Lombardia; Roberto Nicolini, redattore di Stampo Antimafioso (blog diretto da Nando Dalla Chiesa); Andrea Barcucci, presidente del circolo cittadino di Legambiente; Davide Borsani, studente dell’Ite Tosi che fa parte del movimento Ammazzateci Tutti; Gianfranco Gilardi del comitato soci Coop Busto Arsizio che ha recentemente promosso lo spettacolo “Mafie in pentola”; Michele Giarrusso militante del Movimento Cinque Stelle; e ancora Antonio Longo e Davide Ferrari.
«No ai militanti attivi dei partiti» chiede subito la Lega Nord per parola di Marco Albertini. «Sarebbe un’ingiusta discriminazione» ribatte Salvatore Vita (Pd). L’ultima parola sui nomi sarà dell’ufficio di presidenza del Consiglio comunale, a cui è stato delegato il compito di vagliare le candidature e proporre nomi e assetto della Consulta. Anche se uno dei candidati, Massimo Brugnone, contesta la «falsa partenza» sull’argomento. Regolamento alla mano, infatti, questo compito spetterebbe alla stessa commissione.
«Così si perderà solo altro tempo prezioso» secondo Brugnone, che da tempo propone per la presidenza della Consulta la candidatura di Carlo Stelluti, ex sindaco di Bollate che aveva resistito alle pressioni malavitose e già candidato del centrosinistra a Busto nel 2011. A. Ali.
m.sada
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