VARESE Il Pdl perde pezzi. Spaccatura politica o spacchettamento di convenienza, il ritorno di Berlusconi e la trattativa con la Lega per le regionali accelerano la metamorfosi di quel che era il partito unico del centrodestra. «La situazione è fluida» ripetono gli esponenti del partito che fino a prova contraria rappresenta da svariate tornate elettorali la maggioranza relativa dell’elettorato varesino. Il fronte ciellino, che a Varese ha il suo punto di riferimento in Raffaele Cattaneo, il primo ad esporre il proprio «disagio» nei confronti del ritorno del Cav. e dell’apertura a Maroni governatore, è compatto (o quasi) sull’idea di costituire il Ppe del Nord attorno alla candidatura di Gabriele Albertini alle regionali. Un rassemblement aperto a Montezemolo e Oscar Giannino (che però sta già raccogliendo le candidature per la sua lista Fermare il Declino alle regionali e alle politiche), che a livello nazionale potrebbe avere il premier Monti come riferimento. L’area laica di Agorà, il cui leader rimane ancora Nino Caianiello e il cui riferimento regionale è Giancarlo Abelli, è indirizzata verso l’appoggio al progetto Ppe, in continuità con l’accordo congressuale e in contrapposizione al coordinatore regionale Mario Mantovani, con cui è guerra aperta. La corrente però è spaccata: da capire da che parte starà il vincitore delle primarie Luca Marsico. Combattuta Lara Comi, legata a Berlusconi ma pure al Ppe e già osteggiata da Mantovani al congresso provinciale. La galassia ex An è la più movimentata. Ignazio La Russa
spinge per la scissione e la costituzione di un partito di destra, “Centrodestra Nazionale”. Non è scontato che lo segua a scatola chiusa la sua corrente in provincia, guidata da Marco Airaghi, Beppe Martignoni, Sandro Bonfanti e Paolo Enrico e formata da una quarantina di amministratori locali. Valuteranno i programmi e l’offerta prima di decidere: l’alternativa è confluire nella lista civica di Albertini. Il comitato Meloni, che poggia in provincia sulla Giovane Italia, domenica sarà a Roma a sostenere l’iniziativa dell’ex ministro della gioventù e di Guido Crosetto, per «ripensare il centrodestra» partendo da due paletti: «no a Monti e andare oltre a Berlusconi». Anche qui potrebbe nascere un nuovo soggetto politico. E allora, se questo è il quadro, chi rimarrà nel Pdl, o nella rinata Forza Italia che ha in mente Silvio Berlusconi? Dovrebbero esserci i “lealisti” di Antonio Tomassini e Gianfranco Bottini, ma basta la parola, lavorano ancora per tenere insieme il partito e le sue anime, pur non disdegnando l’idea di una separazione consensuale con gli ex An, per la serie “marciare divisi per colpire uniti”. Presenti anche i consiglieri regionali Rienzo Azzi e Giorgio Puricelli, in rotta con Agorà dopo il caso primarie, si sono avvicinati a Mantovani e puntano alla riconferma al Pirellone. Dovrebbe rimanere fedele alla linea anche il sindaco di Busto Gigi Farioli che con Mantovani ha un solido patto dalle amministrative. E se Berlusconi farà un altro passo indietro? Potrebbe rimescolarsi tutto.
s.bartolini
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