Punkreas, noblesse oblige Vent’anni di punk e politik

CARDANO AL CAMPO I Punkreas incendiano il Nautilus. Schietto, coerente e impegnato politicamente, lo storico gruppo milanese ha scelto il locale di Cardano al Campo per la prima data del tour invernale.
Sono tornati a pochi mesi dall’ultimo concerto, per continuare la promozione del loro ultimo album “Noblesse oblige”, uscito a inizio 2012. «Il tour dallo scorso inverno fino all’estate è stato un successo – racconta lo storico bassista Paletta – Allora abbiamo deciso di tornare con una scaletta diversa per mostrare al pubblico l’evoluzione

che lo show ha subito dall’inizio a oggi».
Dai razzi con coriandoli ai diversi interventi quasi teatrali, da nuove canzoni accanto ai classici come “La canzone del bosco” o “Il vicino”, i Punkreas non si sono fatti mancare nulla.
«E poi – prosegue il musicista – non sono molti i posti adatti ai concerti dal vivo e il Nautilus è uno di questi. Non potevamo mancare». Dal 28 novembre è in rotazione il nuovo video “Ali di pietra”, singolo dell’ultimo cd, una delizia per i fan che hanno aspettato quattro anni dal precedente.
«Ormai non ci si può permettere di fermarsi, un gruppo ha sempre bisogno di portarsi avanti e stiamo già pensando al prossimo lavoro. Alcuni pezzi sono già pronti e altri in cantiere».
Il segreto di longevità della band più rappresentativa del genere punk sta, in buona parte, nel suo pubblico trasversale.
«Nel 2013 saremo al ventiquattresimo anno. Secondo me, la nostra forza sta nel rapporto sempre sincero e coerente con il pubblico».
«A volte ci troviamo di fronte persone di due o addirittura tre generazioni diverse. Non mi fa affatto sentire vecchio. Siamo in una situazione positiva, con un bel riscontro del pubblico, finché ci sentiremo di trasmettergli qualcosa andremo avanti».
Quello dei Punkreas è un pubblico scatenato, che “poga”, ma che è anche attento. «Mi piace poter parlare di cose, di cui altri artisti non parlano. Mi piace sentirne discutere i fan, anche sui social. Ho sempre reputato il nostro, un pubblico intelligente che ha sempre saputo quel che voleva da noi, in grado anche di criticare, quando necessario».
Una schiettezza che traspare anche dal brano “Polenta e kebab”, che in concerto è caratterizzato dalla forte luce “verde-Lega”.
Il video del pezzo, che critica senza mezzi termini il partito padano, non è mai andato in onda in tivù. «Noi credevamo tanto in questa canzone, ma ci è stato detto che il video era politicamente inopportuno, come il testo che parla anche della ‘ndrangheta a Milano».
I fan però hanno ascoltato e gradito.
«Quello che c’è nel brano l’abbiamo vissuto direttamente. Io, per esempio, abito a Milano, dove prima hanno chiuso i centri sociali, poi hanno tolto la musica dai Navigli e alla fine se la sono presa con i kebabbari». L’ardito abbinamento del titolo, però, pare funzioni in cucina: parola di Paletta. «La Polenta con il kebab l’ho provata personalmente e ci sta dentro: è come, diciamo, la polenta con i bruscitt».

s.bartolini

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