Equilibri di casta e gravi squilibri di cittadinanza

Come era prevedibile, la pallida proposta del dimezzamento del numero dei parlamentari è scomparsa dai programmi di maggioranza e opposizione. Cane non mangia cane, per cui gli strombazzati annunci di tagli e risparmi si sono ridotti alla striminzita misura dello 0,71 e dello 0,34 per Camera e Senato. Montecitorio nel 2001 costava 750 miliardi di euro, oggi 1 miliardo e 59 milioni; Palazzo Madama costava 349 milioni, oggi 574. I costi delle istituzioni schizzano in alto: Quirinale +5,07%; corte Costituzionale +11.48%; Cnel +20%.Apprendiamo, ed è una chicca, che colui che regali 100mila euro alla ricerca sul cancro avrà uno sconto fiscale di 392 euro, ma se i soldi li regala a un partito politico lo

sconto sarà 50 volte più alto. Possiamo dire che siamo un Paese ricco, constatando che a rimanere in silenzio è proprio la sedicente estrema sinistra che, essendo fuori dal Parlamento, anela a sedersi al ricco desco. Per nostra fortuna c’è chi veglia insonne sui destini della Patria: il Pd. Avendo il ministro Sacconi raccontato la vetusta barzelletta sulla suora che disse di no (ci ridevamo su quando ero un ragazzotto) le donne del Pd guidate da Bindi si sono indignate. Voi penserete che la collera sia motivata dal fatto che il ministro del Lavoro non dovrebbe avere il tempo di raccontare miserabili storielle, ma no! Le nostre giovanne d’arco si risentono per la dignità offesa.

Ulderico Monti

Convenuto sulla tenacia bipartisan della politica a tutelare i suoi privilegi, va aggiunto qualcosa a proposito dei tagli alle indennità dei parlamentari con doppio lavoro. Alla Camera l’opposizione aveva presentato un emendamento per riportarli alla misura del 50 per cento dopo che il Senato li aveva ridotti al 20. La maggioranza ha impedito che lo si discutesse, compresi i leghisti che pure avevano dichiarato d’essere d’accordo sul contenuto. A prevalere, hanno dichiarato facendo retromarcia, doveva essere la rapidità del voto «per il bene superiore di approvare presto la manovra». E la Casta l’ha fatta franca un’altra volta, perché era stata la Casta (una sua parte, in particolare la lobby degli avvocati) a pretendere il favore.
Un modo semplice per mantener fede all’impegno preso, il governo l’aveva: non porre la fiducia e far esprimere il Parlamento. Ma questa semplicità avrebbe complicato l’equilibrio dell’alleanza. E a un simile equilibrio, come dimostrano ormai da un pezzo i fatti, si è disposti a sacrificare qualunque disequilibrio nel trattamento dei cittadini.

Max Lodi

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