La colpevole dei problemi di via Pavesi? Una catalpa: è questo il nome della pianta infestante che ha segnato la sorte del muro di cinta della caserma Garibaldi, nel tratto tra via fratelli Pavesi e vicolo San Michele al centro dell’attenzione in questi giorni.
La pianta, molto comune alle nostre latitudini, è cresciuta indisturbata tra i mattoni per almeno quarant’anni, secondo il capo attività dell’ufficio Verde Pubblico del Comune, , che ieri mattina ha effettuato un sopralluogo approfondito nella ex caserma, insieme al dirigente dell’ufficio Patrimonio , al capo attività del Patrimonio e ad alcuni operai.
La spedizione dei tecnici comunali ha avuto come risultato una relazione in cui si suggerisce la demolizione di tutto l’edificio, con l’esclusione del lato lungo via Magenta, sistemato negli anni ’90, quando alcuni locali hanno ospitato la Commissione Tributaria Provinciale, e sotto tutela della Soprintendenza.
Oggi, quegli stessi locali sono la sede di alcune associazioni di ex combattenti, ma il resto della caserma è in un totale stato di abbandono.
Nei box costruiti tra gli anni ’50 e ’60 dalla parte di via Pavesi ci sono ancora lastre di pietra e altro materiale di deposito abbandonato e coperto di polvere, compresa una tuta da lavoro ancora appesa ad un gancio della parete.
Il resto, è stato riconquistato dalla vegetazione: dai pochi alberi presenti nel cortile per dare ombra ai soldati in marcia, oggi le piante sono le uniche vere padrone della caserma, e la catalpa è cresciuta tanto da rendere friabile anche l’intonaco interno dell’ultimo box, che cede al primo colpo, mostrando le radici della pianta infestante. I pochi segni di passaggio recente, sono di qualche senza tetto, che ha trovato nei box un riparo.
Del resto, la caserma Garibaldi non è mai stata un edificio dalla vita facile. Nel 1861 è stato costruito il primo nucleo, quello verso piazza Repubblica.
Nel 1878 è stato aggiunto un sopralzo, per dare spazio alle camerate per altri 250 soldati, e nel 1886 è stata ampliata lungo via Magenta. Pochi anni dopo, nel 1900, vengono riscontrati i primi segni di dissesto.
Situazione risolta cinque anni dopo, con il completamento del quadrilatero.
La caserma ha funzionato a pieno regime per altri settant’anni, con solo qualche piccolo intervento negli anni ’30.
Ma con la chiusura della struttura militare è iniziata la decadenza. L’ultima perizia di stabilità, che riportava una situazione già preoccupante, è stata effettuata a cavallo del millennio, quando la costruzione dell’autosilo di piazza Repubblica sembrava fosse la causa del cedimento del nucleo più antico.
Tra il 2002 e il 2003, quindi, si sono rese necessarie le paratie di legno e le strutture in ferro che mantengono stabile il lato lungo la piazza.
Ora l’angolo del muro di cinta infestato dalle piante verrà abbattuto in pochi giorni, e al suo posto verrà issata una cesata, una parete provvisoria di metallo.
In attesa che gli accordi di programma con la Regione arrivino ad una conclusione e che si trovi una collaborazione conveniente con i privati in grado di dare nuova vita a piazza Repubblica.
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