«Non sopporto più mia sorella» E chiede di tornare in carcere

«Vi prego portatemi in carcere, non sopporto più mia sorella».

Ore 23.30, caserma dei carabinieri di Castiglione Olona: la bizzarra richiesta giunge da un albanese di 30 anni arrestato per questioni di droga in Liguria e mandato agli arresti domiciliari nell’incantevole paese della nostra provincia dove vive, appunto, la sorella.

Incensurata, precisina, in regola su tutto dal lavoro al permesso di soggiorno. E l’uomo a tutta questa normalità pare non abbia retto. Dopo l’ennesimo litigio con la sorella, con il rischio che la zuffa arrivasse alle mani, l’albanese l’altra sera si è presentato in caserma dai carabinieri supplicando di essere portato in carcere.

Basta domiciliari, basta a quella convivenza forzata che, per lui, a quanto pare, era peggio del dover restare chiuso in una cella di una prigione. Non è però così semplice passare da una misura di custodia all’altra: non è che ci si possa far portare in carcere a richiesta come se si prenotasse un albergo.

Lo stesso pubblico ministero di Varese ha chiesto di poter vagliare le carte ma, in assenza di un reato che potesse giustificare il trasferimento in carcere, difficilmente l’uomo avrebbe potuto guadagnare i Miogni. Detto, fatto. Se era un reato la chiave per poter finalmente accedere alla tranquillità della casa circondariale l’albanese non si è fatto pregare due volte.

Ovviamente nulla di violento: aggravare in modo pesante la propria posizione non era nel suo interesse. Ma un’evasione da quella casa familiare tanto scomoda e invisa sì, era la soluzione ideale per l’uomo. E così il “fuggiasco” si è fatto trovare al Sert dai carabinieri: c’era arrivato lui stesso e dal Sert è partita, per legge, la segnalazione alle forze dell’ordine. Si tratta, quella architettata dall’albanese, di un’evasione in piena regola: manette ai polsi e l’agognata cella si è aperta davanti a lui. Per ora non tornerà sotto lo stesso tetto della sorella: soddisfatto e carcerato.

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