VARESE Regione Lombardia non concede la proroga dei tempi per l’approvazione del pgt. Varese diventerà «zona bianca», il settore edile rischierà davvero il collasso e il Comune dovrà fare i conti con circa cinque milioni di mancate entrate derivanti dagli oneri di urbanizzazione. È più o meno questo lo scenario che si andrà a delineare in città dal primo di gennaio, quando decadrà lo strumento urbanistico ora in vigore per il governo del territorio. Cantieri fermi, eccetto quelli delle grandi opere, aziende e professionisti in crisi e le casse di Palazzo Estense alleggerite. L’ha deciso ieri il consiglio regionale, che non ha concesso una proroga per i tempi di approvazione del nuovo pgt. Una decisione che ha lasciato tutti senza parole. A cominciare dagli addetti al settore, che avevano lanciato un appello corale affinché questo non accadesse. «C’era da aspettarlo – commenta
scoraggiato Gianpiero Ghiringhelli, presidente Ance – È ingiusto che però paghino solo i cittadini e i professionisti, le ripercussioni di sbagli politici». Ance, insieme ad architetti, ingegneri e geometri, aveva chiesto che si sanzionasse solo l’amministrazione, cui è addebitabile la responsabilità dei ritardi. «Basti pensare che per un appuntamento con l’assessore abbiamo dovuto attendere fino a due mesi – dice Luca Bini, presidente del collegio geometri – E ancora stiamo aspettando l’invio della documentazione del pgt, che continueremo a chiedere». Intanto per Varese e altri quattrocento Comuni lombardi inizierà un periodo difficile per la concessione delle licenze edilizie e per l’approvazione dei nuovi progetti. «Un anno e mezzo di stallo per i professionisti e due anni e mezzo per le imprese – aggiunge Ghiringhelli – E i comuni non hanno uno strumento che consenta di aiutare le imprese che progressivamente entreranno in crisi».
s.bartolini
© riproduzione riservata