Un’impresa alimentare su tre nella nostra provincia risulta non conforme alle norme igienico sanitarie previste. Questi sono i risultati allarmanti dell’attività di controllo sulla sicurezza alimentare effettuata dall’Asl di Varese nel 2013.
Le imprese alimentari controllate lo scorso anno sono state 3.474, più del 30% di queste hanno presentato non conformità soprattutto per carenza di igiene generale dei locali e delle attrezzature utilizzate: sono state, infatti, undici le sanzioni amministrative emesse e una la denuncia penale a carico del gestore di un bar di Busto Arsizio che, oltre a produrre e vendere prodotti di pasticceria senza essere autorizzato, utilizzava per la produzione alimenti scaduti da tempo.
Il settore alimentare dove si sono registrate maggiori “irregolarità” è stato quello della macelleria, con una percentuale di non conformità pari al 44%.
«I problemi esistono nei macelli piccoli – spiega , responsabile dell’area B del Distretto Veterinario dell’Asl – e nei laboratori di pronta produzione, come ad esempio i salumifici, dove abbiamo registrato dei valori che danno a pensare». Sono state infatti 33 le persone che nel 2013 hanno manifestato sintomatologie gastroenteriche. «La causa scatenante in ognuno di questi casi – precisa , responsabile dell’igiene alimentare del distretto Socio Sanitario dell’Asl – è stata l’assunzione di cibo conservato e manipolato in modo non corretto a livello familiare». Sono, infatti, negli anni aumento i casi di listeria (cinque), un batterio che si trova nell’acqua e nel terreno, e di salmonellosi (105 in totale, di cui solo due legati ad alimenti preparati). «Verificando insaccati freschi, salsicce e salumi freschi il valore non ufficiale comunicato dalla Regione indica nella nostra provincia una positività alla salmonellosi pari al 15%».
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