L’importo del canone Rai ad uso privato per il 2013 sarà di 113,50 euro, con un aumento di 1,50 euro rispetto al 2012. L’importo è stato stabilito con decreto del ministero dello Sviluppo Economico – come si legge nel sito Rai abbonamenti – va versato entro il 31 gennaio 2013. L’importo semestrale è pari a 57,92 euro, mentre quello trimestrale a 30,16 euro. Gli importi sono comprensivi della tassa di concessione governativa e dell’imposta sul valore aggiunto (4%) esclusa la tassa di versamento postale o le commissioni dovute per le altre modalità. «È sintomatico che nel 2013 si debba ancora pagare l’imposta per il possesso di un apparecchio televisivo. Sintomatico di un sistema economico, fiscale e amministrativo basato su arroganza, falsità e corporazioni. Lo specchio di questo è lo spot pubblicitario che inonda i canali Rai in queste settimane: oltre ad essere stupido è anche un insulto all’intelligenza media di un qualsivoglia contribuente».È quanto si legge in una nota di Vincenzo Donvito, presidente Aduc. «Pur se usi la scatola del televisore per farci la casa delle bambole, o l’acquario o il
barbecue, devi comunque pagare la tua imposta – si legge nella nota -. Un’imposta sul contenitore, in sostanza. Non è forse alterato nel pensiero e nel comportamento chi ha l’arroganza di pagare alcuni artisti che hanno realizzato questo spot e di occupare spazi pubblicitari tv che altrimenti costerebbero milioni (e tutto coi nostri soldi)?». «Dando per scontato che un servizio pubblico radiotelevisivo ci debba essere (e per me è tutt’altro che scontato, ma di questo ora non ne parliamo) – aggiunge Donvito -, così come ci debba essere l’Istat o il Cnr, forse per questi due ultimi istituti ci viene chiesta un’imposta con lo stesso metodo della Rai? No! Esiste tutto un sistema contributivo che va dal particolare al generale e che poi torna al particolare, da cui lo Stato attinge e poi distribuisce per le varie iniziative. Per la Rai, no! Non è così! Occorre che ci debba essere il sostituto d’imposta a cui è delegata la raccolta, come le tanto amate società di recupero crediti da cui, non a caso, la Rai ha appreso metodo e sistema».
s.bartolini
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