Affair Lolita: l’appello riforma completamente la sentenza di primo grado. Assolta con formula piena l’architetto , condannata dai giudici del tribunale di Busto Arsizio a quattro anni e sei mesi. Assolto dalla quasi totalità dei capi di imputazione , ex presidente dell’ordine degli architetti di Varese, in primo grado condannato a sei anni e sei mesi: per lui i giudici milanesi del secondo grado hanno emesso una sentenza a un anno e quattro mesi (con pena totalmente sospesa) per l’acquisto di un piatto d’argento confusamente addebitato all’ordine per il quale non è mai davvero stato chiarito nulla: «Non ho dubbi – spiega, difensore di Riccardo – che in Cassazione metteremo a posto anche questo aspetto».
E ancora , ex responsabile dell’ufficio urbanistica del Comune di Gallarate: l’accusa per lui era di corruzione in primo grado con condanna a cinque anni e sei mesi in primo grado. Bossi era considerato il dominus dell’affare: capo di imputazione riqualificato anche per lui. Da corruzione a abuso d’ufficio: con condanna ammorbidita a tre anni e due mesi. Vittoria piena, o quasi, perché anche per Bossi la Cassazione potrebbe ulteriormente modificare la sentenza: tagliati i risarcimenti al Comune di Gallarate. Già in primo grado i giudici avevano dimezzato le richieste da 500 mila a 200 mila euro di danni; in appello la cifra è ulteriormente scesa a 50 mila euro. Il Comune di Gallarate è stato condannato al pagamento delle spese processuali.
E ieri è esplosa la soddisfazione dei difensori: «Significa ritornare a vivere» hanno detto Federico Papa e , difensori di Riccardo Papa, al termine dell’udienza di ieri. La sentenza di secondo grado stravolge quanto asserito dai giudici di Busto Arsizio: Bossi, Papa e Motta furono accusati a vario titolo dal pm di concussione ambientale. Quindi dai giudici di concussione e corruzione. Bossi, compagno di Motta nella
vita, si sarebbe addirittura fatto corrompere dalla fidanzata. Stando al pm (oggi a Napoli che all’epoca istruì il caso in primo grado) Bossi era il dominus di un sistema in base al quale chi voleva vedersi approvare una pratica in Comune a Gallarate – lui era a capo dell’urbanistica – doveva affidare l’incarico alla compagna Federica Motta e all’amico, che per lei lavorava, Riccardo Papa.
Questa era in sintesi la tangente: il lavoro affidato agli amici. I giudici in secondo grado hanno totalmente smontato la tesi riducendo l’accusa ai minimi termini: Federica Motta assolta, Riccardo Papa estraneo ai fatti di corruzione e concussione, Gigi Bossi condannato per un mero abuso d’ufficio. La sentenza potrebbe essere impugnata in Cassazione dall’accusa: «Ma noi in Cassazione rimetteremo a posto anche li ultimi dettagli», ha concluso Federico Papa.
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