C’è anche un pizzico di Gallarate nell’allestimento della Traviata che ha inaugurato sabato 7 dicembre la stagione della Scala di Milano. Un pizzico colorato e profumato, visto che si tratta dell’allestimento floreale che ha decorato il Palco Reale.
Si tratta di , titolare di un negozio in via Varese. Fiorista da 37 anni, «ho cominciato con i miei genitori che avevo nove anni, mi sono diplomato da fiorista a 14», tre anni fa è stato coinvolto dai suoi colleghi di Milano nelle decorazioni del Piermarini in occasione di Sant’Ambrogio.
«È un po’ il regalo che i fioristi di Milano fanno alla loro città». E che regalo: sì, perché se è il teatro a coprire i costi di acquisto delle materie prime, sono circa una trentina gli operatori che dedicano ore di lavoro per l’allestimento. «Di solito cominciamo la sera del 5, dalle 20 fino alla una di notte, con gli allestimenti. I fiori li posizioniamo la sera del 6, finendo a tarda notte, e la mattina del 7».
In tre giorni hanno intrecciato più di tremila rose e un numero considerevole di ortensie, garofani ed eucalipto. Un lavoro che richiede passione, precisione, ma anche una certa forza. «La corona che abbiamo posizionato sul Palco Reale l’abbiamo dovuta sollevare in 15. E anche i due cordoni laterali sono lunghi circa 6 metri», racconta il fiorista gallaratese. Tre giornate di intenso lavoro, subito prima dello spettacolo, la cui progettazione parte in realtà con un anno di anticipo. «Ogni anno il disegno dei bozzetti viene affidato ad un operatore diverso, quest’anno è toccato a di Cesano Boscone», spiega, «si inizia a pensare a diversi progetti con anticipo, in modo che al primo incontro con la direzione del teatro, di solito un paio di settimane prima dello spettacolo, si arrivi con tre o quattro proposte diverse».
Scelta quella che accompagnerà la prima, «cercando di utilizzare dei fiori che si richiamino allo spettacolo in scena», il Piermarini compra i fiori e i fioristi si mettono all’opera. «Lo facciamo al termine delle nostre normali giornate di lavoro, arriviamo senza aver nemmeno cenato».La prima fase si svolge a Pero, nei laboratori del teatro. «Costruiamo la struttura che sosterrà l’intero addobbo floreale, dopodiché la carichiamo su un bilico e la portiamo alla Scala».
Nelle scorse edizioni Introini ha partecipato solo alla prima parte delle operazioni, mentre quest’anno ha collaborato anche all’allestimento direttamente sul Palco Reale. «È un’esperienza emozionante e poi quest’anno ho avuto l’impressione che si sia parlato molto del nostro lavoro. Questo è un bene, menomale che c’è attenzione verso i fiori e i fioristi italiani».
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