VARESE Genitori vedette e ragazzi sentinelle. Le pagine spotted dei licei varesini saranno osservate speciali. Almeno quelle rimaste: il liceo Sacro Monte ha già chiuso la sua e anche la prima del Cairoli non è più online. Restano quella del Ferraris e la seconda del Cairoli.Se i dirigenti scolastici ignorano l’esistenza delle bacheche di annunci anonimi create dai loro studenti e che possono degenerare in cyber bullismo, e non credono di avere alcuna responsabilità nei confronti dei contenuti pubblicati, i genitori invece vorrebbero vigilare sulle attività online dei loro figli, pronti ad intervenire in caso di necessità. «Non eravamo a conoscenza di queste pagine ma adesso terremo gli occhi aperti – spiegano – Siamo consapevoli della fragilità di alcuni adolescenti e della spregiudicatezza di altri». Certo stare dietro ai giovani non
è facile, soprattutto quando si ha a che fare con la tecnologia e le sue molteplici declinazioni. Tant’è che sono i ragazzi i primi a chiedere che la scuola inizi ad inserire nel programma didattico anche corsi che insegnino il corretto uso della rete e dei social network. «In qualità di rappresentante d’istituto – spiega Emanuele Deleo del Cairoli – ho chiesto più volte che la scuola facesse corsi o attività di sensibilizzazione nei confronti di Facebook. Il potenziale dei social è impressionante e non tutto quello che succede in rete è adatto a degli adolescenti». Sempre al Cairoli, era già successo che la rete creasse problemi. Delle frasi scritte, infatti, avevano messo in difficoltà degli studenti. Pettegolezzi, bugie o verità dolorose che avevano costretto i rappresentanti d’istituto a prendere posizione.
Il servizio completo sul giornale in edicola mercoledì 6 marzo
s.bartolini
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