BUSTO ARSIZIO L’ex presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, è morto nella notte a Roma: aveva 93 anni. Nato a Novara il 9 settembre 1918, Scalfaro è stato presidente della Repubblica dal 1992 al 1999.
Era stato deputato dal 1946 al 1992. Ha ricoperto più volte la carica di ministro e di sottosegretario ma anche quelle di presidente della Camera, e di presidente del Senato, anche se a titolo provvisorio, all’inizio della XV Legislatura.
Oscar Luigi Scalfaro ha sempre avuto un legame speciale con la città
di Busto Arsizio: era stato, infatti, il più celebre allievo del professor Roggi, al quale aveva mandato un saluto speciale in occasione della sua scomparsa, nel novembre scorso: «Il ricordo del professor Giambattista Roggia – scriveva – incaricato di lettere al liceo classico di Novara, rimane come una grande luce che ci ha affascinati e conquistati.
Pensare a lui è riconoscenza per l’eccezionale capacità di educare i giovani al bello, al buono, al giusto e al vero. La sua memoria in ciascuno di noi non si spegnerà mai, caro grande professore.
Grazie di cuore».
Grande il cordoglio in tutto il Paese che ancora ha impresso nella memoria la frase da lui pronunciata il 3 novembre 1993: «Io non ci sto», disse, scuotendo lo Stato attraversato da alcune settimane dallo scandalo dei fondi Sisde e che lo lambì da ex ministro dell’Interno.
Scalfaro era al Quirinale da 19 mesi e dall’ottobre di quell’anno erano cominciate ad uscire anticipazioni e indiscrezioni sull’uso disinvolto dei fondi riservati del servizio segreto civile. L’Italia era sotto choc per gli attentati a Milano, Firenze e Roma.
L’ex direttore amministrativo del Sisde, Maurizio Broccoletti, fuggito all’estero dopo le prime accuse rivolte sull’uso più che disinvolto dei fondi del servizio, dichiarò che diversi ex ministri dell’Interno avevano ricevuto versamenti mensili di 100 milioni di lire utilizzati per fini «non sempre
istituzionali». E citò proprio Oscar Luigi Scalfaro, che per qualche giorno fu ad un passo dal dimettersi.
Poi, con poche durissime parole trasmesse in diretta tv e a reti unificate, il 3 novembre 1993, con un secco e perentorio «io non ci sto, non ci sto al gioco al massacro», ricordò che si era provato a delegittimarlo con le bombe e ora con il «più infame degli scandali».
Commosso il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Scalfaro era un amico, entrò in politica prima di me avendo fatto parte della costituente, fu eletto nel 1946 e io entrai in Parlamento nel 1953. Ma siamo stati vicinissimi nel periodo in cui io ero presidente della Camera, Giovanni Spadolini presidente del Senato e lui presidente della Repubblica» ha detto il Capo dello Stato dopo aver visitato la salma di Scalfaro e aver portato le condoglianze alla figlia Marianna.
m.lualdi
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