Abusi sessuali e atti persecutori Suor Maria Angela va a giudizio

Suor rinviata a giudizio: la religiosa a processo il prossimo 26 febbraio. La decisione presa ieri dal giudice per l’udienza preliminare di Busto Arsizio . Suor Maria Angela, 53 anni, appartenente alla congregazione figlie di Maria Ausiliatrice, era stata arrestata nel novembre 2012 al termine di un’indagine condotta dalla squadra mobile di Varese e coordinata dal pubblico ministero di Busto Arsizio .

Pesanti le accuse a suo carico: violenza sessuale aggravata e atti persecutori. Le indagini presero le mosse nel giugno 2011 quando una giovane di Busto Arsizio, si suicidò all’età di soli 26 anni. Fu la famiglia della ragazza a chiedere di verificare in quale contesto maturò quella morte drammatica. Gli inquirenti trovarono le risposte nei diari della giovane. Finirono sotto sequestro anche dei filmati, oltre ad alcune lettere indirizzate alla religiosa.

Ne emerse un contesto violato: la ragazza sarebbe stata vittima degli abusi sessuali della religiosa per anni. Tutto ebbe inizio tra il 1997 e il 1998, quando suor Maria Angela operava nella comunità bustese. La vittima all’epoca aveva soli 12 anni. Gli abusi, per la procura, avrebbero avuto inizio in quel momento. Quando la vittima era soltanto una bambina. La religiosa, che parrebbe dotata di una personalità carismatica, forte e volitiva, avrebbe avvinto, secondo gli inquirenti, la ragazzina a sé in un rapporto morboso.

La giovane fu costretta, per l’accusa, a subire e sopportare violenze sessuali reiterate negli anni. Mantenendo un legame con la religiosa, legame imposto dalla suora con violenza, attraverso gli anni. La suora avrebbe cacciato la ragazza come una preda: in un misto di minacce e lusinghe costringendola al silenzio. Cercandola, perseguitandola come una stalker. Tanto da dover rispondere davanti ai giudici anche dell’accusa di atti persecutori. La religiosa, difesa dagli avvocati e , si trova ora agli arresti domiciliari in una località del milanese dove ha sede anche una scuola di formazione.

Il giudice per l’udienza preliminare ha rigettato tutte le opposizione dei difensori della religiosa che non ha chiesto di essere ammessa a riti alternativi. Il gup ha inoltre accolto la richiesta dei familiari della vittima di costituirsi parte civile nei confronti della congregazione di cui la religiosa fa parte. Anche in questo caso sono state rigettate le opposizioni dei difensori dell’istituto religioso.

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