Alla guida col cellulare: fermato truffatore riconosciuto da anziano

Busto Arsizio – Truffatore alla guida parla al telefonino senza auricolare: i vigili lo fermano, la vittima lo riconosce. E in carcere ci finisce tutta la banda. A chiudere il cerchio i carabinieri della compagnia di Busto Arsizio che ieri hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere, richieste e ottenute dal pubblico ministero di Busto Nadia Calcaterra, a carico di due campani di 30 e 43 anni specializzati in truffe e furti ai danni di anziani.

Il terzo componente della banda, campano a sua volta, era stato già bloccato qualche settimana fa: era lui l’uomo al cellulare che “palettato” dalla polizia locale subito dopo aver messo a segno l’ultimo colpo è stato riconosciuto dalla vittima mentre andava a denunciare l’accaduto. L’anziano l’avrebbe visto lì che argomentava con gli agenti identificandolo: quella chiamata, insomma, al truffatore è costata molto di più di qualche punto decurtato dalla patente. E non soltanto a lui. Perché da quel riconoscimento l’indagine ha avuto una svolta: i militari, infatti, partendo dal nominativo di quell’automobilista irrispettoso del codice ha ristretto il cerchio delle amicizie dell’uomo arrivando ad individuare anche i due complici.

I tre, tutti residenti in provincia di Milano tra Melegnano e San Giuliano Milanese, erano specializzati (e già noti alle forze dell’ordine) nel derubare e truffare anziani. Il modus operandi era sempre lo stesso: si presentavano a casa della vittima, dopo aver accertato che il pensionato preso di mira fosse solo in casa, spacciandosi per funzionari dell’azienda del gas e, in qualche occasione, persino per rappresentanti delle forze dell’ordine. Le scuse erano molteplici: bollette

sbagliate, banconote fasulle (che in realtà erano vere) da ritirare. E mentre uno distraeva la vittima l’altro la ripuliva di tutto: contante e monili in oro, tutto ciò che il malcapitato aveva in casa. Il conteggio dei colpi attribuiti alla banda nelle province di Varese e Milano non è ancora terminato. Altre vittime potrebbero farsi avanti accrescendo i guai dei tre con la giustizia. Per ora la banda è tutta in carcere. S. Car.

p.rossetti

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