Due milioni anti allagamenti «Ma non possiamo spenderli»

Lavori sulle reti idriche e fognarie, la novità dell’Ato complica la vita: «Abbiamo due milioni di euro di interventi in attesa di autorizzazione». A rivelarlo è l’assessore ai lavori pubblici , che all’indomani dell’ultima “bomba d’acqua” che si è abbattuta sulla città, causando non pochi disagi sia per l’allagamento dei sottopassi che per quello di molti scantinati, ha fatto il punto sulle opere necessarie per fronteggiare emergenze di questo tipo.

Tra cui, anche i lavori per la sistemazione della rete delle “acque bianche” (l’acqua piovana che viene raccolta dai tombini) nel sottosuolo tra via Magenta e via Gaeta, dove c’è un problema di carenza di portata del pozzo perdente che era stato realizzato all’epoca dell’interramento dei binari della ferrovia e della stazione Nord, quando le condutture che collegavano la zona del centro con Sant’Edoardo erano state interrotte.

Emerge che dal primo gennaio 2014 l’entrata in vigore dell’Ato, l’ambito territoriale ottimale provinciale che sovrintende sul servizio idrico integrato, sta rallentando gli interventi previsti in città. «Ora è necessario farsi autorizzare le spese dall’Ato prima di poter partire con i lavori, visto che Busto ha aderito all’Ato che ha competenza sulle reti idriche e fognarie di tutta la provincia – spiega l’assessore – nei giorni scorsi abbiamo scritto una lettera all’Ato di Varese per segnalare un elenco di interventi che vorremmo realizzare e

che chiediamo ci vengano autorizzati, in modo tale da poter essere successivamente rimborsati. In tutto sono due milioni di euro di opere». Se Busto interviene prima del via libera provinciale, il rischio è la beffa di doversi pagare, come Comune, opere che sono di competenza dell’Ato. È logico che questo passaggio burocratico in più – l’Ato dovrà valutare se nell’elenco del Comune di Busto Arsizio ci sia qualche intervento considerato non cosi prioritario e quindi rinviabile – rallenta i tempi di realizzazione delle opere.

«Come al solito in Italia ogni nuova normativa finisce per creare una complicazione in più anche quando non servirebbe – l’amara considerazione di Paola Reguzzoni – le cose che funzionano meglio sono quelle più vicine al cittadino, invece qui con il servizio idrico integrato si è voluto ancora una volta allontanare la capacità decisionale».

Del resto il “sì” di Busto alla nuova società (Alfa) che gestirà il servizio è stato molto tirato: «Per ora l’unica novità del nuovo assetto è stata l’aumento del 35% delle tariffe dell’acqua».

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