Sarà l’effetto di “Quasi amici”, il film commuovente che racconta del rapporto che lega un uomo in sedia a rotelle al suo “badante”? Oppure sarà la crisi economica?
Quello che è certo è che in aumento il numero di uomini che si rivolgono al Centro di accompagnamento al lavoro delle Acli Varese per lavorare come assistente alla persona.
Lo scorso anno, su 680 iscritti, gli uomini sono stati 90, di cui 12 italiani. Persone dai 22 ai 60 anni, che se italiani sono in possesso di un diploma (preso in una scuola professionale nella maggior parte dei casi) e una qualifica di ausiliario socio assistenziale (Asa) o di operatore socio sanitario (Oss).
Custode o giardiniere
Il badante o il maggiordomo non sono gli unici orizzonti professionali che si aprono a chi si presenta allo sportello delle Acli. C’è anche la possibilità di fare il custode o il giardiniere.
Dalle famiglie, però, arriva soprattutto la richiesta di assistenti alla persona. Si cercano preferibilmente donne, le cui cure e attenzioni sono reputate, non sempre a ragione, migliori di quelle che è in grado di dare un uomo. Tra le donne che vogliono diventare colf, le italiane sono in continuo aumento (su 680 iscritti del 2013, ben 100 erano donne italiane). Le straniere, però, rimangono le più numerose.
Le rumene hanno preso il posto delle ucraine e sono quelle più presenti nelle liste. L’età in cui le italiane cercano lavoro come badante è compresa tra i 30 e i 45 anni, mentre le straniere sono più giovani. Case e famiglia sono viste da molte persone inoccupate come un settore dove trovare impiego.
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