, che da lui venne scelto come candidato sindaco nel 2001 e che “ricambiò” la fiducia nominandolo alla guida di Amsc, non risponde al telefono.
, che del Pdl è stato segretario per anni e a Mucci avrebbe dovuto succedere, si limita a frasi di circostanza: «prendiamo atto della sentenza. Immagino ci sarà un ricorso in Cassazione, quando l’iter arriverà in fondo trarremo le nostre conclusioni. Attendiamo con fiducia».
Dalle parti del centrodestra c’è insomma poca voglia di commentare la condanna a tre anni per concussione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici che la Corte d’Appello di Milano ha comminato a , per quindici anni “padre padrone” di Forza Italia prima e del Pdl poi a Gallarate e in buona parte della provincia di Varese. «Noi ci opponemmo, questo vale più di mille commenti», taglia corto un consigliere comunale leghista dei primi anni Duemila.
Anche in casa Lega non c’è voglia di parlare. Il perché lo spiega , capogruppo all’epoca della rottura con il Pdl: «la politica e i cittadini hanno già espresso la loro sentenza, prima ancora della giustizia». Il riferimento alle amministrative che due anni fa hanno consegnato la città al centrosinistra.
Ma quando la Lega Nord contestava le politiche urbanistiche pensava alle tangenti sull’ex Majno? «Quando si parlò del piano commerciale noi dicemmo che si trattava di scelte scellerate, se dietro ci sono anche fatti di rilevanza penale è un’aggravante», conclude Ciampoli.
«Manca la Cassazione e siamo tutti garantisti. Però il fatto che la cementificazione della città ponesse anche una questione morale l’abbiamo detto abbondantemente», afferma , oggi assessore all’Ecologia e in passato dura oppositrice delle amministrazioni di centrodestra. «Resta evidente – prosegue – il riconoscimento del fatto che qualcuno ha chiesto delle tangenti per costruire un centro commerciale del quale in Gallarate non c’era assolutamente bisogno, perché abbiamo una concentrazione di media e grande distribuzione superiore alle media provinciale».
Tutti elementi che «i gallaratesi hanno colto in modo chiaro nel 2011 cambiando il colore dell’amministrazione: noi ci muoviamo sulla difesa dell’ambiente e del territorio e con una trasparenza sulle questioni urbanistiche che non si era mai avuta in precedenza».
«Sull’operazione Esselunga così come su altre c’erano state delle forzature. Molte erano a norma di legge», ricorda all’epoca capogruppo Ds, «In questo contesto apprendiamo che c’è stato spazio per forzature di altro genere».
© riproduzione riservata













