Il settore agricolo vive un momento di particolare difficoltà. Colpito già dalla crisi, si è aggiunto il maltempo, le cui stime saranno poi da verificare con i danni reali, ma ora scatta anche l’emergenza cinghiali. A completare il quadro ci sono una burocrazia farraginosa e la mancanza di risposte dalla politica, a cui il settore chiede maggiore attenzione.
L’agricoltura del varesotto, che è in profonda sofferenza per una stagione primaverile pessima, adesso subisce le invasioni degli animali selvatici che stanno attaccando le colture. Non solo cinghiali, da sempre considerati un rischio: le insidie, come segnala Coldiretti Varese, sono rappresentate addirittura da mufloni, oltre a minilepri, corvi e piccioni, i cui attacchi ai campi costringono alla risemina.
«Una situazione fuori controllo, che esaspera, com’è comprensibile, i nostri imprenditori agricoli – commenta il presidente di Coldiretti Varese – occorre agire e in fretta. Il solo ristorno dei danni non risolve la questione, va invece dato il giusto spazio di coinvolgimento e attenzione all’agricoltura, unica attività che gestisce ed esercita una costante manutenzione di un territorio strategico per lo sviluppo». Il presidente varesino richiama sul tema «la necessità di una forte attenzione da parte delle istituzioni, affinchè si affronti celermente un problema che sta assumendo i caratteri di una vera emergenza per l’agricoltura prealpina».
«Alcune imprese stanno pensando seriamente all’opzione di innalzare un muro di recinzione attorno all’intero territorio aziendale, ma chi pagherà tutto questo?» si domanda il direttore di Coldiretti Varese . Tra le piantagioni più colpite ci sono quelle di mais, le campagne e le stalle sono invase anche dai piccioni, moltiplicati a dismisura e che si spingono fino alle mangiatoie degli animali d’allevamento.
I mufloni devastano il territorio, in particolare coltivazioni di orti e alberi da frutto, e i branchi sono stati segnalati nella zona di Cittiglio; i cinghiali colpiscono in Valcuvia, Val Ceresio e i terreni di Lonate Pozzolo. Nell’area di Uboldo e Saronno le minilepri danneggiano i campi di erba e mais, per ora l’unica coltura che non aggrediscono è il triticale (segale e grano tenero). Doppio problema per le aziende a indirizzo cerealicolo e zootecnico, che usano il mais per l’alimentazione degli animali: si perde il raccolto ed è necessario acquistare (all’esterno e a caro prezzo) mais e mangimi per rifornire le stalle.
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