Bof, Zanini e Cimberio eroi a New York. Per il Burundi

42.195 metri sono tanti, tantissimi: non finiscono mai, e la corsa diventa un’impresa di passi sospinti uno dietro l’altro. Fatica bestiale, disumana, unica. È la maratona, baby.

Quella che vi raccontiamo oggi è una storia di corsa e solidarietà, di imprese e di amici, di sogni. Domenica scorsa 50.000 pazzi hanno partecipato alla maratona più famosa del mondo, quella di New York. Dal ponte di Verrazzano a Central Park, con un vento gelido a spazzare via tutto e ingigantire. Tra loro, due varesini doc e due d’adozione: Roberto Bof e Stefano Zanini, Roberto Cimberio e Carlo Leoni.

I primi tre li conoscete: Bof e Zanini sono delle istituzioni del lato bello di questa città, Cimberio è il nome che per sette anni si è legato alla Pallacanestro Varese. Leoni è il vicepresidente del Vispe: l’Ong che opera in Burundi al fianco dei più poveri del mondo. Che c’entra? C’entra, c’entra eccome.

La banda, infatti, ha corso per l’Africa: lanciando la sfida a parenti e amici invitandoli a scommettere su di loro con un fine benefico. Tutti i fondi raccolti serviranno per costruire una scuola a Bugenyuzi, in Burundi. Ma com’è andata la corsetta? Roberto Bof è incontenibile: come sempre. «Siamo qui: freddo porco e vento per lo più contrario non ci hanno fermati. I due Sestero sempre insieme anche sul traguardo, con Roberto e Carlo sempre nei paraggi. Fatica e difficoltà nemmeno paragonabili alle emozioni e all’amicizia che ci lega. I tanti bambini lungo il percorso ad applaudire i runners mi hanno fatto pensare a chi ci è stato portato via troppo presto ma che per noi erano con gli altri a bordo strada. Vivono tutt’altra vita i bambini di Bugenyuzi capaci di toglierci dalla testa che quella che stavamo facendo si poteva definire “fatica”. Vedendo due gladiatori in carrozzina che hanno corso insieme agli altri in retromarcia spingendosi solo con le gambe vedevo Luca Alfano e Alfredo Luini impegnati a correre contro mano e contro vento da quando sono nati per una buona causa che si chiama “vita”. Tanti i pensieri ricevendo applausi e incoraggiamento da ogni rappresentante delle forze dell’ordine in servizio sul percorso e vedendo una metropoli chiusa al traffico per una intera giornata. Pensieri ed emozioni son tanti e da riordinare». Lo aspettiamo qui in redazione, il Bof, per farci raccontare tutto per bene. Intanto, idealmente lo abbracciamo: aspettando di partire con lui, ancora una volta, con destinazione Africa.