Gallaratese, un altro anno di limbo. Non si trova un campo d’allenamento: salta l’iscrizione alla terza categoria, primo passo per far rinascere la sezione calcio dell’ultracentenaria Società Ginnastica Gallaratese. «Ma faremo in modo di far vivere ugualmente lo stadio Maino, appena rinnovato» promette il patron .
È davvero un periodo “no” per le glorie calcistiche della nostra provincia. Se il Varese e la Pro Patria in questi giorni lottano per la sopravvivenza, c’è un’altra delle squadre storiche delle nostre città, la Gallaratese, che ha già chiuso i battenti scomparendo lo scorso anno dalla geografia dei campionati federali. E che per l’anno sportivo che verrà, nonostante i propositi di un nuovo tentativo di rinascita, non si è reiscritta alla Federazione Italiana Giuoco Calcio: così da settembre la Gallaratese sarà per il secondo anno consecutivo fuori dal mondo del calcio.
A riferirlo, con grande rammarico, è Giorgio Caravatti, il patron che aveva segnato l’ultima epoca d’oro della squadra biancoblù (conquistando la promozione in serie C2 nel ’95, prima della mai digerita fusione con la Pro Patria) e che da tre anni è tornato alla guida dell’ente morale della Società Ginnastica Gallaratese. «Purtroppo – spiega Caravatti – la sezione calcio presieduta da , che stava lavorando per poter partecipare al campionato di terza categoria, mi ha comunicato, con grande dispiacere, che, soprattutto a causa della non reperibilità di un campo illuminato per due allenamenti settimanali, ha preferito rinunciare alla partecipazione ai tornei federali per un ulteriore anno».
Cos’è successo? Il club si è confrontato con l’amministrazione comunale per verificare la disponibilità di un campo di allenamento dotato di impianto di illuminazione per le “sgroppate” infrasettimanali della prima squadra, ma la risposta è stata picche, visto che i terreni di gioco comunali erano già off limits per accordi pregressi con altre società (ad esempio le Azalee, oggi a disposizione del rugby). «Il Comune ci ha un po’ preso in contropiede – ammette il presidente della Gallaratese –
ma non voglio fare polemica, anche se in passato abbiamo contribuito alla realizzazione di diversi campi». Così salta anche il sogno di una seconda rinascita ripartendo dalla terza categoria, l’ultimo gradino del calcio Figc (come già dopo il fallimento della fusione con la Pro Patria a fine anni ’90). Ora nella sede di via Pegoraro si pensa ad un piano B, come svela Caravatti: «Si sta valutando l’ipotesi di ospitare una squadra di juniores regionali, in modo di far vivere nel frattempo il “rinfrescato” Stadio Maino». Un accordo che potrebbe essere il preludio per un futuro roseo per il calcio a Gallarate.
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