Calcio, parola di Luca Sogliano «B incerta. E il Varese è grande»

BUSTO ARSIZIO Luca Sogliano si è visto l’ultima volta allo Speroni una domenica di ottobre del 2009: sedeva sulla panchina del Varese accanto a Beppe Sannino in un derby finito a reti bianche. A quell’epoca il Varese forse non pensava alla promozione in serie B; e la Pro Patria, da poco nelle mani di Vincenzo Cosco, non aveva messo in conto la retrocessione. Quel Varese vinse il campionato ai playoff grazie anche alla solidità societaria, mentre la Pro ritrovò la C2 ai playout grazie allo sfarinamento societario.

Sono passati solo due anni, non secoli, eppure lo scenario è completamente cambiato per Sogliano e la Pro. Luca ha riportato il Varese dove sappiamo e ora è direttore sportivo del Verona, che ha nel mirino la promozione nella massima serie. I tigrotti hanno visto impennarsi la credibilità societaria come lo spread in una sola stagione della gestione di Vavassori e dei suoi sacerdoti. Tanto da indurre il ds scaligero a pescare nel serbatoio biancoblù, puntando il dito su Andrea Calandra (’94), terzino destro che si farà una bella esperienza nella Primavera gialloblù.

Sogliano, l’operazione Calandra è l’inizio di una collaborazione con la Pro Patria?
È solo un’operazione di mercato come tante altre, per un giocatore che avevo seguito già ai tempi del Varese e che mi sono voluto portare a Verona. Tutto qua.

E nel contesto è nata l’amichevole di stasera a Busto.
Come avviene in una normale trattativa. Che, devo dire, è stata veloce: con Ferrara ci siamo trovati subito in sintonia. Lui ha manifestato il desiderio di avere il Verona a Busto, in coincidenza con la prima volta in casa della Pro Patria, e questo mi ha trovato d’accordo.

E il Verona non sarà solo: si parla di circa 500 tifosi in arrivo.
Non mi sorprende, perché Verona è un mondo a sé.

Le cronache raccontano di tifosi accampati fuori dal Bentegodi per sottoscrivere l’abbonamento.
Ci sono un attaccamento e una passione che non sono mai venute meno, in qualsiasi categoria la squadra fosse. Anche in Lega Pro sono sempre stati tantissimi. È unica, Verona.

Vi indicano come i favoriti per la promozione.
Lei penserà che quello che le sto per dire è voglia di nascondermi. Ma le assicuro che, mai come quest’anno, il campionato di B è molto equilibrato. Può succedere di tutto. Ci sono tantissime squadre che possono lottare per andare in serie A.

Anche il suo ex Varese è tra i papabili?
Sì. Perché a Varese si è creata una mentalità vincente che due anni di serie B hanno contribuito a rafforzare. Lo si vede da come la gente sta rispondendo agli abbonamenti, dalle presenze allo stadio.

Il percorso è cominciato quando era lei al comando.
Sono stati sette anni in cui si è sempre cercato di costruire: questo è il mio modo di lavorare e di pensare. Certo, sono contento.

Lega di serie B silente, ma innovativa con le partite durante le feste di Natale e la sosta in gennaio.
È una Lega molto unita. Non mancano i problemi, ma cerca di risolverli. Sul giocare a Natale sono d’accordo: può favorire la gente, invogliare le famiglie ad andare allo stadio. Per i giocatori sono piccoli sacrifici, poi avranno un mese di vacanza. C’è chi fa fatica a mettere assieme mille euro al mese: questi sì, sono veri sacrifici.

E il ritorno alla numerazione tradizionale?
A me è sempre piaciuta. Però, l’importante è che sia bravo quello che indossa la maglia…

Il mercato chiude tra venti giorni: quello del Verona è finito, o ha in canna qualche colpo?
Stiamo cercando un attaccante, vediamo nelle prossime settimane cosa succede.

Gilardino?
Noooooooooo!

Giovanni Toia

s.affolti

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