– Là dove c’era il ristorante delle Prealpi ora c’è… il ristorante cinese Giardino D’Oro. È tempo di ricordi.
Sul web stanno spopolando fotografie e filmati della Varese del passato: immagini sbiadite in bianco e nero che permettono di rivivere o di conoscere ciò che oggi non c’è più.
Come nel caso della Sant’Ambrogio dei primi anni del Novecento. Dall’immagine recuperata da , e che in questi giorni sta facendo il giro di Facebook, salta subito all’occhio come le cose siano cambiate.
Oltre alle tramvie, che permettevano i collegamenti tra la Città Giardino e il Parco Campo dei Fiori, lo “skyline” del rione è ben diverso da quello attuale.
Sullo sfondo c’è il ristorante delle Prealpi, uno tra i tanti alberghi, ristoranti e osterie che, dall’inizio secolo fino agli anni ’50, ’60, ’70 e poi a scemare fino ad oggi, caratterizzavano Sant’Ambrogio, Fogliaro, Oronco e la Prima Cappella specialmente. Per non parlare del Sacro Monte: dei locali storici e caratteristici di inizio Novecento, ben pochi sono quelli sopravvissuti. «”Villa Prealpi” (non ristorante Prealpi per la precisione) oggi è diventato un ristorante cinese – spiegano i residenti sulla pagina Facebook di Ricciardi – il “Volta” ora è una scuola, “Villa Regina” e le locande “Robarello” e “S. Ambrogio” sono ormai chiuse da tempo. Così come la Trattoria Italia in via Virgilio».
La situazione non è molto diversa se si va a elencare gli alberghi storici alla Prima Cappella. Spariti gli alberghi “Riposo” e “Annunciata”. «”Samaritana” è stato recentemente chiuso. In zona, tra alberghi e ristoranti – continuano sul web – purtroppo ben poco resiste. Anche la pizzeria-ristorante della Prima Cappella, riaperta negli anni ’80, ora è desolatamente chiusa. In pratica un deserto, tranne per il ristorante alla Piazzetta di Sant’Ambrogio (più recente)».
Per trovare poi un luogo dove cibarsi bisogna salire necessariamente fino al Sacro Monte.
Tra i vecchi esercizi pubblici sopravvissuti non possiamo dimenticare la “Vecchia Osteria” in piazza a Sant’Ambrogio, vicino alla Posta e allo storico macellaio . Non a caso, quest’area è al centro delle immagini contenute nel video muto, in bianco e nero, “Once upon a time in Varese” (C’era una volta a Varese).
Il cortometraggio è un assemblaggio di immagini realizzate dall’Istituto Luce, dal professor , risalenti agli anni Cinquanta, e quelli dell’Università Popolare risalenti agli anni Venti.
“Varese Città giardino” è il titolo del film degli anni ’20 ritrovato dall’Università popolare di Varese e acquisito negli anni Novanta alla Provincia di Varese.
Uno dei frame del cortometraggio riporta una scritta in inglese che annuncia: «La più grande attrazione della Città Giardino è il Sacro Monte che è un vero tesoro di arte, religione e bellezza». Così, le inquadrature si focalizzano sul borgo sacro. Ed ecco immortalato il via vai di varesini e turisti che scendono e salgono dal tram.
Il fascino di questi luoghi è rimasto, ciò che non c’è più sono i luoghi commerciali e pubblici della memoria vissuti da chi ancor oggi custodisce quei ricordi.
Al loro posto, i nuovi esercizi commerciali e il nuovo volto di questo rione, fiore all’occhiello della Città Giardino.