Morì a Capodanno in un incidente stradale: martedì mattina in aula il giallo del “ruotino” al termine di un’udienza dai toni drammatici. Il giudice ha ordinato una perizia cinematica sull’incidente con particolare raccomandazione ai periti di analizzare gli pneumatici ed in particolare l’incidenza sull’accaduto del ruotino montato provvisoriamente al posto della gomma posteriore del lato guidatore dopo una
foratura avvenuta pochi giorni prima. Manuela D’Alessandro, 26 anni di Voltorre di Gavirate, 26 anni, giovane e bella ragioniera che lavorava per una catena di supermarket in provincia, è morta poco dopo le 5 del primo gennaio 2011. La sua Smart, guidata dal fidanzato Darwin Gonzales, venezuelano residente a Rho suo coetaneo, ha carambolato fuori strada senza apparente ragione speronando una seconda vettura nello schianto.
A processo, accusato di omicidio colposo, c’è oggi il ragazzo di Manuela, Manu, per tutti gli amici arrivati a testimoniare, che questa mattina davanti al giudice monocratico di Varese Andrea Crema ha reso la propria testimonianza dopo aver avuto bisogno di qualche minuto per calmare il dolore dei ricordi.
“Era seduta accanto a me – ha detto piangendo – Parlavamo, poi si è addormentata”. A quel punto Darwin ha cercato di ricordare cosa accadde in quell’alba gelida: “Ho sentito come un colpo, non un botto – ha spiegato – Ho sentito come se qualcosa spostasse di peso la macchina mentre imboccavo quella curva all’altezza del Volo a Vela”. Poi il nulla: Darwin ricorda di non aver frenato, ricorda il ghiaccio sull’asfalto scivoloso, la presenza di ghiaccio è confermata anche dagli altri testimoni che quel Capodanno l’aveva trascorso proprio con Manuela e il fidanzato, ricorda “di aver
riaperto gli occhi quando una donna mi stava picchiando sul petto – ha detto raccontando l’intervento dei soccorritori che lo stavano rianimando – Manu era accanto a me. Non voglio dire, non ci voglio pensare. Gridavo soltanto ai soccorritori di andare da lei, di lasciare me e andare da lei”. In realtà i medici stavano già aiutando la ragazza purtroppo morta dopo il suo arrivo in ospedale. E il ruotino, da molti considerato pericoloso? “Non sapevo che Manuela avesse forato tre giorni prima – ha raccontato il ragazzo – Non sapevo ci fosse quella ruota”.
E che il ragazzo non sapesse lo hanno confermato anche gli amici. Ora è da accertare quanto tutto questo abbia inciso sull’incidente e sulla morte di Manuela. Il giudice, accogliendo la richiesta della difesa, ha riaperto i giochi. Il 5 novembre si torna in aula per il conferimento dell’incarico. Il giudice ha anche subordinato l’escussione dei familiari di Manuela all’esito della perizia: non è affatto certo, oggi, che servirà infatti capire chi fosse il meccanico o gommista che abbia montato il ruotino alla ragazza prima di sapere se questo ha avuto incidenza sull’accaduto. S. Car.
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