Il tesoro del Madoff di Varese non si trova neppure in Svizzera. Il tribunale di Busto Arsizio, nei mesi scorsi, ha disposto la ricerca di documenti su Augusto Ruzza in territorio elvetico. Secondo gli investigatori l’uomo sarebbe riuscito a farsi consegnare circa 16 milioni di euro, in dieci anni, da piccoli imprenditori e semplici cittadini del Varesotto. L’uomo si spacciava per mediatore finanziario e prometteva interessi stellari in cambio delle somme versate. In questo modo ha truffato centinaia di persone. In Svizzera gli inquirenti hanno trovato traccia di alcuni conti correnti intestati all’imputato.
Peccato però che i conti fossero chiusi da tempo. Già nel 2008 l’uomo aveva trasferito i suoi capitali altrove, chiudendo i suoi rapporti con le banche elvetiche. Ora le rogatorie internazionali e i nuovi documenti arriveranno nel tribunale di Busto Arsizio e verranno acquisiti come prove. Per Augusto Ruzza e la ex moglie Marinella Galante, a Busto, il capo d’imputazione è quello di bancarotta fraudolenta. I fatti al centro del processo sono quelli che riguardano il fallimento di due aziende con sede a Gallarate: la Assets immobiliare srl e la New.Co srl. Il procedimento aperto a Busto è una costola di quello, principale, che ha interessato Varese. Nel giro di pochi anni, tra il 2003 e il 2007 Ruzza avrebbe truffato centinaia di piccoli risparmiatori, facendosi dare decine di migliaia di euro in cambio della promessa di facili guadagni. Le due aziende di Gallarate sarebbero state utilizzate dall’uomo come scudo per nascondere i suoi magheggi finanziari. Si torna in aula il 19 dicembre ed è molto probabile che in quella data il pubblico ministero Raffaella Zappatini e gli avvocati della difesa presentino le proprie conclusioni.
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