Al super tribunale aumentano i disagi

Supertribunale, quanti disagi. È ancora polemica per la situazione degli ufficiali giudiziari: «In 28 con cinque scrivanie». Ma il paradosso è che l’efficienza e la produttività dei giudici bustesi aggrava ancor di più il problema: la macchina amministrativa non riesce a stare dietro.

Martedì prossimo in una conferenza stampa nell’ufficio notificazioni esecuzioni protesti (Unep, leggi ufficiali giudiziari) , segretario regionale della sigla sindacale Ugl-Intesa, rinnoverà la sua richiesta di trovare una soluzione per «l’emergenza creatasi con l’accorpamento dei Tribunali presso la sede centrale di Busto Arsizio, vista l’ubicazione degli Ufficiali Giudiziari in una fatiscente aula udienza senza che sia ancora stato portato alcun materiale dalle “vecchie” sedi (scrivanie, archivi etc.)».

Allo stato attuale, denuncia Benini, l’Unep «è in possesso di solo cinque “scrivanie” per ben 28 persone». Una situazione invivibile, che si aggiunge ad una serie di problemi (dagli straordinari volontari gratuiti all’abbandono del personale) per cui da tempo Ugl-Intesa invoca delle soluzioni.

Oltretutto il lavoro degli ufficiali giudiziari, con l’emergenza sfratti e la crescita dei contenziosi, aumenta, mentre il personale amministrativo è sempre carente rispetto alle esigenze degli organici. «Subiamo quotidianamente le inefficienze e i disagi di questa situazione» ammette il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Busto Arsizio . «In parte alleviata con il ritorno del distaccamento di Rho sotto la competenza del Tribunale di Milano, ma alcuni problemi sono tuttora aperti».

Eppure rispetto al caos totale dello scorso mese di settembre, quando da un giorno all’altro la struttura del Palazzo di Giustizia raddoppiò il proprio bacino d’utenza, «qualcosa è migliorato, le file sono diminuite. Ma alle udienze del mercoledì siamo sempre in 200 in un corridoio». Eppure il presidente del tribunale è in prima linea ormai da tempo per risolvere i problemi derivanti dall’accorpamento: tutti i lunedì convoca un tavolo operativo, al quale siedono anche i rappresentanti dell’amministrazione comunale e del Consiglio dell’Ordine.

Quello che finora è mancato è la possibilità di fare investimenti importanti sulla struttura: servirebbero 700mila euro per le tramezzature e le soppalcature delle vecchie aule da cui si potrebbe ricavare qualche ufficio in più.

In realtà però non è ben chiaro se il Comune possa spendere quei soldi, ammesso che riesca reperire i fondi a bilancio, visto che il decreto dell’allora ministro che determinò la riorganizzazione della geografia giudiziaria prevedeva che gli interventi di razionalizzazione fossero compiuti a costo zero.

Di fronte a questa situazione, «resta intatta l’efficienza e la produttività del Tribunale di Busto Arsizio», come sottolinea Picco Bellazzi. Già da tempo si è guadagnato la fama di “isola felice” nella giustizia-lumaca italiana. Solo per dare qualche dato, nel periodo aprile-maggio 2014 gli sfratti sono stati 299 contro 57, più che quintuplicati, dello stesso periodo del 2013, mentre i decreti ingiuntivi sono passati da 264 a 829, più che triplicati. Già l’anno scorso si era registrato un più 144% di divorzi giudiziali e un più 300% di contenziosi possessori. È evidente come in una situazione del genere, con una carenza certificata di circa la metà del personale amministrativo che dovrebbe essere in organico, la “macchina” debba stare al passo con questi super-ritmi. E non sempre ce la fa.

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