«Studio gli altri e il Poz li mette nel sacco»

La passione per la pallacanestro è qualcosa che va ben oltre la sua professione, tanto da aver chiesto alla società di potersi aggregare, anche a proprie spese, alla trasferta negli Usa per la Summer League, per respirare il clima del grande basket a stelle e strisce e aggiungere un’ulteriore, importante esperienza al suo bagaglio già ricco. Matteo Jemoli, 25 anni, da Gemonio, sarà il numero 3 nel team dei tecnici della Pallacanestro Varese anche nella nuova stagione, a fianco di Gianmarco Pozzecco e Ugo Ducarello.

“Condivisione” è una delle parole sulle quali il Poz sta costruendo il rapporto con tutti i collaboratori. Il mio ruolo sarà più o meno quello di sempre: mi occuperò di curare la parte video e studiare gli avversari, oltre al lavoro sul campo. E in questo senso c’è una novità che mi fa particolarmente piacere.

Collaborerò anche con Andrea Meneghin nell’ambito dell’Under 19. Insomma, rispetto alle stagioni passate trascorrerò ancora più tempo sul parquet.

È una grande emozione perché, come ho detto a entrambi, da bambino ho passato tante domeniche al PalaWhirlpool ad ammirarli dalla galleria: oggi invece siamo colleghi. Li accomuna la capacità di trasmettere entusiasmo e di farti sentire vivo. Il Poz in particolare è tornato a Varese per iniziare quest’esperienza carico e pieno di voglia di fare.

Sarà un gruppo che dovrà buttare sul campo massima energia, agonismo ed entusiasmo, perché la gente vuol vedere questo per divertirsi. I ragazzi dovranno dare tutto per recuperare un pallone in più in difesa, servire un compagno e costruire una bella giocata, cercando di portare gli avversari a giocarsela proprio su questo piano.

E invece no. Perché già guardando le partite della sua Capo d’Orlando si poteva intuire quanto questa fase fosse per lui importante. Il gruppo era unito e ogni componente sapeva di dover fare il massimo per aiutare un compagno nel recupero del pallone. Il Pozzecco allenatore è così.

In pratica io, il preparatore atletico Armenise e Max Ferraiuolo siamo gli unici rimasti. Porteremo con noi il nostro vissuto, per evitare di rifare gli stessi errori e proporre invece spunti tratti da ciò che lo scorso anno è stato fatto nel modo giusto.

Nel basket di oggi, tantissimo. Ma la cosa più importante è saper cogliere i tre o quattro aspetti fondamentali e concentrarsi su quelli. Bisogna insomma avere grande capacità di sintesi e trasmettere ai giocatori le informazioni essenziali, affinché siano messe in pratica. Ovvio che ogni avversario arrivi in partita forte della stessa preparazione e dello stesso studio, per cui si deve essere pronti in qualunque momento a varare un piano B o anche un piano C.

Milano parte ancora favorita, perché ha vinto l’ultimo scudetto e perché allestirà una squadra di livello europeo. Stessa cosa farà Sassari, che sarà impegnata in Eurolega. Nel lotto di prime inseguitrici inserisco anche Reggio Emilia, regina del mercato, Venezia, che ha un allenatore come Charlie Recalcati in grado di gestire alla grande il gruppo, e Brindisi. Poi il plotone di medio-alta classifica, nel quale oltre a noi vedo Caserta, Avellino e Cantù.

Cantù ha perso pezzi importanti, ma anche acquistato americani interessanti. Saranno lì, come sempre. Ero abituato a giocare il derby un po’ più avanti: forse questo poteva consentire alle due squadre, più rodate, di offrire uno spettacolo migliore.

Ho chiesto di seguire anche a mie spese la Summer League di Las Vegas, perché è un’esperienza incredibile: l’organizzazione e la struttura sono straordinarie e si ha l’opportunità di vedere dal vivo giocatori di varie fasce, da quelli lanciati verso l’Nba all’ampio range di possibili nostri obiettivi, ovvero i rookie o coloro che hanno già uno o due anni di esperienza da pro.

Abbiamo assistito a qualcosa di molto interessante. Il resto dipenderà dall’incrocio fra le nostre disponibilità e le richieste avanzate: il mercato è così.

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