«Sea Handling, no ad accordi se toccano gli stipendi»

Nessuno sconto, nessun accordo se saranno toccati gli stipendi dei lavoratori Sea.

Dalla sede sindacale di Malpensa, arrivato in aereo da Roma, apposta, ieri mattina, il segretario generale nazionale dell’Ugl Giovanni Centrella interviene su due importanti questioni, ancora aperte: SeaHandling e Alitalia. E proprio sulla partita Sea, giocata in casa, Centrella fissa i paletti del suo sindacato prima ancora che abbia inizio la vera discussione tra organizzazioni sindacali e azienda (il primo

incontro è previsto il 4 novembre). «E’ arrivato il momento di difendere le posizioni, i salari e i posti di lavoro», arringa. «Altri dovranno pagare per gli errori commessi, non i lavoratori». L’indicazione ai suoi è di «non siglare nulla nel caso in cui si volesse abbattere la parte integrativa in SeaHandling». Inoltre, prima di qualsiasi intesa, si dovrà passare da un referendum tra i lavoratori.

«Noi non partecipiamo a riunioni carbonare con l’azienda in alberghi e ristoranti», provoca Centrella. Di seguito Francesco Alfonsi, segretario generale Ugl del Trasporto aereo: «Non ci interessano incontri su tavoli appartati e non ufficiali come fanno Cgil, Cisl e Uil».

Se newco potrà essere, l’attività di servizi aeroportuali a terra da parte della nuova società, sempre al cento per cento di Sea, riparta dalla professionalità dei suoi dipendenti e dagli stipendi di oggi, senza sconti appunto. «Rimanga l’integrativo», aggiunge Francesco Alfonsi, segretario generale del trasporto aereo Ugl. «Qui c’è una storia che deve restare e nella nuova casa, nella nuova società, devono passare anche le “prebende”». Ipotesi fattibile?

«Ci sono tutte le condizioni per non toccare le retribuzioni di SeaHandling», risponde Centrella. «I lavoratori producono soltanto efficienza. Si taglino piuttosto le inefficienze e i compensi di dirigenti e amministratori». Se nella newco rimarrà l’attuale direttore generale di SeaH resta un punto di domanda. Così come resta l’interrogativo sul valore dei contratti con le compagnie aeree già rinnovati e su quelli da conquistare nel prossimo futuro perché Ital Handling (questo il nome della NewCo) abbia lavoro da offrire e, dunque, persone da assumere.

«La situazione non è facile. Non solo dovranno essere riconquistati i contratti commerciali con i vettori aerei, ma SeaHandling dovrà anche mettere all’asta tutta la sua attrezzatura», rimarca Maurizio Ciavarella, segretario regionale Ugl. «Con quale capitale sociale nascerà la newco? Se avrà una sopravvivenza di sei mesi, di cosa stiamo parlando?» Anche per il regionale Ugl serve «un management serio, non come quello vecchio che anziché acquisire nuove compagnie, sembrava voler regalare clienti ad altri».

Se il fischio di fine partita sarà dato dai dipendenti, chiamati in causa da un referendum, al momento c’è il comunicato ai lavoratori di fine settembre di Cgil, Cisl, Uil, Flai e Ugl che indica, unitariamente, la volontà di risanare l’Handling. Percorso sempre valido?

E Alitalia? «Vorremmo capire perché per Alitalia l’intervento di Poste italiane non è considerato un aiuto di Stato e per SeaHandling, invece, lo è la ricapitalizzazione da parte di Sea spa», commenta Centrella dando per scontato che a breve aumenterà il costo dei bollettini postali. «Vogliamo un piano che rafforzi Alitalia». Un paio d’ore di ascolto con il numero uno dell’Ugl in casa. «Una presenza epocale», annota Massimo Legramandi, provinciale Ugl, «perché purtroppo ci sta crollando la terra sotto i piedi»

Malpensa

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