Torino, 17 giu. (TMNews) – “Resistere, resistere e ancora resistere. Questo sito deve restare come e’ adesso”. Dopo gli avvisi di garanzia e la perquisizione della sua abitazione a Condove (Torino) alle 7 del mattino, circondata da uno stuolo di No Tav che scandiva lo slogan “Giu’ le mani dalla Val di Susa”, Alberto Perino e’ salito al presidio della Maddalena di Chiomonte per iniziare con queste parole una conferenza stampa. Il messaggio e’ chiaro: “Abbiamo messo in conto anche la prigione, ma continuiamo a resistere”.
E al presidio istituito a maggio per non far partire i cantieri per lo scavo del cunicolo geognostico della Maddalena, propedeutico alla costruzione della Torino-Lione, con tanto di check point che impedisce l’entrata a persone sgradite, e il cartello “Benvenuti/e nella libera repubblica della Maddalena”, si attende l’offensiva delle forze dell’ordine, visto che la Ue e’ stata chiara: o il cantiere parte entro il 30 giugno o l’Italia perde 671 milioni di euro di finanziamento, che si sommerebbero ai 9 gia’ persi per i ritardi accumulati.
Cosi’ come chiaro e’ stato il ministro degli Interni Roberto Maroni, che e’ venuto a Torino nei giorni scorsi, per escludere l’impiego dell’esercito in Val Di Susa, ma anche per sottolineare la ferma volontà di far intervenire le forze dell’ordine se il luogo dei cantieri sara’ inagibile.
Oltre a Perino, 65 anni, stamane sono state perquisite le case di Giorgio Rossetto, 49 anni, Brando Ratti, 20 anni, Lorenzo Carieri, 25 anni e Damiano Piccione, 30 anni. E le forze dell’ordine si sono presentate anche al centro sociale Askatasuna di Torino, da sempre schierato a favore del movimento No-Tav.
Mentre sono 65 in tutto gli avvisi di garanzia emessi in questi giorni dalla procura di Torino all’indirizzo dei No Tav.
Oltre ai 5 odierni, relativi alla sassaiola della notte a cavallo tra il 23 e il 24 maggio, quando fu fatto il primo tentativo di aprire i cantieri alla Maddalena, gli altri riguardano episodi del 2010: 10 per i blocco dei carotaggi all’autoporto di Susa, 22 per la violazione di sigilli alla baita della Maddalena, sequestrata dalla magistratura in quanto abusiva, 28 per il blocco di convogli che trasportavano materiale per i carotaggi nei dintorni di Torino.
Insomma, la tensione in Valle di Susa da quella famosa notte di fine maggio, nonostante passino i giorni, non si è mai stemperata. E anzi i fatti di oggi e gli avvisi di garanzia sembrano avere innescato il countdown verso l’inizio dei lavori. Al 30 giugno mancano due settimane scarse, ma il conto alla rovescia per il blitz delle forze dell’ordine sembra essere gia’ partito.
Prs/cro
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