«Far cresce le persone che lavorano con noi ed investire sui giovani». La carica e la ricetta di Stefano Domenicali ai dirigenti d’azienda varesini.
Il manager della Ferrari ha incontrato ieri pomeriggio nel salone del Museo di Volandia a Somma Lombardo, i colleghi iscritti a Federmanager Varese.
Accolto dal presidente Luciano Ferrante e da uno stuolo di Ferrari rosso fiammante, Domenicali ha compiuto un giro tra i padiglioni del museo dell’aeronautica, fiore all’occhiello del territorio varesino.
«Vedo molte affinità tra questa azienda e la Ferrari – ha detto Domenicali, 48 anni, dal 1991 a Maranello – partire dalla tradizione per proiettarsi verso il futuro».
C’erano circa 200 manager varesini ad ascoltare il loro illustre collega, che ha esortato a non lasciarsi abbattere dalla crisi economica.
«Dalla crisi ci si può e si deve rafforzare, cercando i punti di contatto anziché quelli che dividono – ha affermato Domenicali – non esiste una ricetta unica, ma certo bisogna collegare la tradizione con l’innovazione».
Inevitabile un accenno alla situazione politica italiana e sul ruolo fondamentale del made in Italy, a cui la nostra provincia dà un enorme contributo, a partire proprio da Agusta Westland e dall’aeronautica. «All’estero abbiamo un’immagine molto migliore di quella che noi stessi pensiamo – ha sottolineato il dirigente della Ferrari – Fuori dall’Italia non capiscono i problemi della politica che forse nemmeno gli italiani riescono a comprendere; la politica torni ad essere punto di riferimento per le aziende».
Domenicali che ha iniziato in Ferrari nel 1991 a 26 anni, occupandosi prima dell’ufficio fiscale, poi di risorse umane e sponsorizzazioni, per giungere al vertice della Gestione Sprtiva, ha spronato i colleghi varesini. «Massimizzare le capacità delle persone che lavorano con noi, facendole crescere» il consiglio del manager di Maranello.
Del resto, il momento è decisamente non facile da un punto di vista professionale per la categoria, a causa del perdurare della crisi economica. «L’anno scorso in provincia di Varese – afferma Luciano Ferrante, presidente varesino di Federmanager – ben 70 dirigenti hanno perso il lavoro, ovvero circa il 3% del totale; una percentuale in aumento rispetto agli anni scorsi quando al massimo siamo arrivati al 2% in meno». Numeri non trascurabili ed anche per l’anno in corso non c’è da aspettarsi nulla di buono.
«Il primo trimestre 2013 è stato negativo – prosegue Ferrante – poi nel secondo le cose sono leggermente migliorate con conferme nel terzo; negli ultimi tre mesi non sappiamo cosa aspettarci. Se la situazione non è nera come lo scorso anno è sicuramente grigio fumo».
I dirigenti se non perdono il posto di lavoro devono comunque accettare riduzioni sullo stipendio e sui benefit. «Le aziende piccole che non hanno la forza di esportare soffrono parecchio, mentre va bene solo il settore aerospaziale» osserva il presidente.
L’andamento della professione di dirigente e manager è molto legato ovviamente alla crisi economica. «Sono anni che sento dire che la ripresa ci sarà l’anno dopo – prosegue Ferrante – vedremo le decisioni che prenderanno le aziende che sinora vengono fatte sotto Pasqua, prima delle ferie estive e a ridosso di Natale; purtroppo c’è anche poco ricambio con i giovani».
© riproduzione riservata