«La Caserma dei Carabinieri è finita da otto anni ma ancora inutilizzata. È ora di chiudere questa vicenda». A chiederlo, con una mozione depositata in Comune, è il consigliere di Sel Marco Cirigliano, che prova a dare una smossa ad una questione ormai annosa e finora rimasta senza soluzione. Stiamo parlando della Caserma-fantasma di via Bellini (alias “Caserma che non esiste” o “mai fu Caserma”, secondo i nickname che le sono stati attribuiti nel corso degli anni), costruita tra il 2001 e il 2005 da un privato su un’area di proprietà comunale concessa in convenzione con il preciso scopo di edificare la nuova sede dell’Arma dei Carabinieri, ma da allora oggetto di un lungo contenzioso.
Almeno fino a quando, nei mesi scorsi, la Prefettura comunicò all’amministrazione comunale la rinuncia al progetto di trasferimento della Caserma dall’attuale, angusta ed inadeguata, sede di piazza 25 Aprile, al nuovo edificio di via Bellini, causa l’impossibilità da parte dello Stato centrale di accollarsi l’onere di un aumento dei canoni di affitto per le sedi destinate alle forze dell’ordine. Ora Cirigliano prova a tornare alla carica per chiedere che l’amministrazione metta un punto al caso. Citando l’articolo 4 della convenzione stipulata con il privato (Edilteco) che ha costruito l’immobile di via Bellini («nel caso in cui non si procedesse alla stipula dell’atto a locare o comunque non si verificasse l’insediamento negli immobili del Comando Intermedio dell’Arma dei Carabinieri, ciò comporterà la decadenza della concessione con conseguente estinzione del diritto di superficie.
In tal caso il Comune a suo insindacabile giudizio potrà disporre il ripristino dei luoghi a spese della società o suoi aventi causa»), l’esponente di Sel chiede alla giunta di «stabilire il limite temporale, comunicandolo al Consiglio Comunale entro il 30/06/2014, entro il quale se non si perfeziona quanto sottoscritto nella convenzione, si avviino le procedure per determinare la decadenza della concessione con conseguente estinzione del diritto di superficie e valutare se si ritiene opportuno disporre il ripristino dei luoghi». In soldoni, significherebbe chiedere la restituzione dell’area sgombera da ogni edificazione.
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