Ma serviva l’Expo per decidersi a pulire Varese?

Tra pochi mesi Varese sarà pulita: pare che, leggendo il vostro giornale, questa sia la comunicazione straordinaria del Comune. A sollecitare il decoro è l’Expo 2015: benissimo, almeno a qualcosa, anche da queste parti, la rassegna fieristica servirà. Non possiamo che esserne felici, noi varesini. Allo stesso tempo non possiamo fare a meno di domandarci: c’era bisogno dell’Expo per capire l’importanza di eliminare il degrado urbano, che i lamenti dei lettori nella rubrica www.segnalacivarese.it indicano di vaste proporzioni?
Corrado Marchi

No, che non ce n’era bisogno. Siamo a tre anni e mezzo dall’elezione della nuova amministrazione comunale, e il problema non è stato risolto. Meglio: non è stato affrontato come si doveva. Risposta tradizionale: ci vogliono i soldi per nettare la città come si deve. E metteteceli, questi soldi! Il problema non è d’averli, perché alla fine si trovano: è come spenderli. E’ stabilire delle priorità. E’ evitare gli sprechi. Vogliamo, per l’ennesima volta, parlare del costo-monstre dell’inutile (dannoso) parcheggio alla Prima Cappella? Se si crede che il decoro non sia una robetta di corredo estetico, e invece la prima e forte testimonianza del profilo social-cuturale-politico che una città vuol darsi, se ne colloca il rispetto in cima alla gerarchia degl’investimenti. Lo sanno anche i muri (lordati e rilordati, nonostante la benemerita opera d’alcuni volontari) che cialtronerie, vandalismi, microcrimine si combattono meglio laddove c’è pulizia, lindore, premurosa cura. La mascalzoneria viene dissuasa, il virtuosismo prevale. Macché, orecchie sorde fino a quando non è risuonata la voce dell’appello fieristico. E meno male che è risuonata. Evviva l’Expo.
Max Lodi