Don Stefano Cucchetti accompagna i giovani nell’esperienza della “Fraternità di Anania, Azaria e Misaele”.
«È nata in Valceresio due anni fa con un gruppetto di una decina di ragazzi che si erano impegnati nella missione e nell’evangelizzazione con le suore Alcantarine di Assisi. Nella fascia d’età tra i 20 e i 30 anni, nel momento in cui si decide una stabilità di vita, c’è un grosso ritorno all’esigenza di fede».L’evoluzione è continua « si è espansa spostandosi a Varese. Le prospettive sono tante e non le conosciamo perché è qualcosa di vivo. È una pianta che sta crescendo. I germogli sono gli oltre seicento giovani incontrati. Alcuni restano, altri partono».
I primi incontri erano fatti «di una cena e della lettura condivisa del Vangelo» prosegue don Stefano, che insegna teologia al Seminario di Venegono Inferiore e che da due settimane è in forza alla parrocchia di Biumo Superiore. «L’esigenza di tanti giovani, dai 18 anni in poi, è quella di rimanere all’interno dei contesti parrocchiali anche quando, e se, sono faticosi. Veniva spontaneo domandarsi come ci potessero rimanere con la qualità di fede. Ne è sorta un’intuizione francescana: ciò che permette di stare nei contesti che “bruciano” della vita è il legame con i fratelli». In pochi mesi questa idea ha preso corpo e forma, nonché la benedizione informale e paterna del cardinale , concretizzandosi non solo negli incontri quindicinali aperti a tutti – una settantina i partecipanti – ma anche con altre iniziative: dalla stesura di una carta d’intenti alla trasmissione per raccontare i giovani a Radio Missione Francescana, dal sito fraternitaaam.com alla disponibilità attiva per eventi di evangelizzazione – come nel giugno 2013 nel centro di Varese – fino agli appartamenti condivisi.
Quest’ultima fa parte delle iniziative «legate al discernimento personale. Alcuni giovani, che già stanno facendo un loro percorso vocazionale, fanno la scelta di condividere una casa». Oggi sono sette persone in due appartamenti uno a Induno Olona, l’altro a Gallarate e un terzo è in “programma”. Non sono dei semplici coinquilini «ma persone con un cammino di formazione alla vita fraterna, concreta e di preghiera. Chi fa questa scelta viene aiutato e seguito dalla Fraternità».
Ci tengono però a precisare che «la fraternità non è un gruppo, non è un movimento o un’associazione. Di per sè non esiste; esistono i fratelli e le sorelle; esistono i giovani che scelgono di lasciarsi coinvolgere da una realtà aperta a chiunque voglia passare, a servizio della Chiesa lì dove essa chiede di stare. È una risorsa a servizio dei giovani e della Chiesa locale in cui si trovano a vivere che può attingere a competenze, capacità, formazione ed evangelizzazione».n L. Bot.