Salvando Clerici salvano se stessi. Meritiamo di più

Il Consiglio comunale di Varese ha votato contro le dimissioni dell’assessore all’Ambiente Clerici, contestatissimo dalle opposizioni. La storia dell’eterna polemica sembra finita. Ma l’assessore insiste ad attirarsi critiche: leggo che lo spostamento del calocedro piantato alla Prima Cappella dai comitati contro il parcheggio, e trasferito al parco Mantegazza per ragioni tecniche, si deve a una sua idea. Invece di far tutto senza dire nulla, non poteva scegliere la via maestra d’una decisione pubblica, spiegando le ragioni dell’intervento?

Giovanni Vanetti

Clerici rimane al suo posto, lo stile per fare l’assessore in un altro. Purtroppo non lo possiede, e l’ha dimostrato in tante occasioni. Non gliene si può far colpa, semmai dolersi che la scelta politica per un incarico municipale importante sia caduta su di lui. Varese meriterebbe ben diversa rappresentatività. Bastano le imprudenti dichiarazioni a suo tempo rilasciate sulle due ragazze rapite in Siria a giudicare la persona. E la persona non si scinde dal ruolo istituzionale che occupa. Quanto al salvataggio, non poteva che esserci. La maggioranza comunale, con l’aggregazione dei neogovernisti dell’Udc, doveva fare quadrato, pena la sua dissoluzione. Non ha semplicemente conservato l’incarico a Clerici, ha mantenuto la sopravvivenza di se stessa, messa in dubbio dal recente strappo dell’Ncd, che alle elezioni provinciali ha sostenuto il candidato del centrosinistra. Infine, sul calocedro piantato e spostato: un minimo di buonsenso doveva suggerire il massimo dell’accortezza. Ma il buonsenso, in questa storia del posteggio-bunker, continua a non appartenere all’Amministrazione civica. Come se fosse il pettine inutile ai calvi.

Max Lodi