Bologna – Varese: il prepartita di mister Bettinelli

Bettinelli e le sfide impossibili: «C’è già chi ci ha buttato m. addosso, meglio i nemici dei finti amici. Noi mai vincenti nella storia con i rossoblù? Amen, oseremo». Alle 15 la diretta di Bologna - Varese

Alla vigilia di Bologna-Varese c’è un foglio appeso in sala stampa che nessuno può ignorare perché è di grande formato e sta proprio dietro alle spalle di Stefano Bettinelli. Riproduce la zona bassa della classifica di serie B ma l’elenco delle squadre è compilato solo considerando i punti conquistati sul campo: «Ne abbiamo presi nove – dice Bettinelli – e cioè uno in meno rispetto allo Spezia, costruito con ben altri soldi rispetto a noi. Abbiamo gli stessi punti del Pescara, tre in più del Catania che viene dalla A».

La consapevolezza nei propri mezzi deve trascinare il Varese nell’improba trasferta di oggi al Renato Dall’Ara: «Il Bologna è di un’altra categoria e il Varese non l’ha mai battuto in tutta la sua storia. Proveremo a farlo noi: presseremo e giocheremo all’attacco, cercando di recuperare palla il prima possibile e di gestirla al meglio. Con questo atteggiamento sappiamo di rischiare ma se interpretassimo la partita in qualunque altro modo saremmo solo dei mediocri».

Bologna - Varese: le probabili formazioni

Bologna – Varese: le probabili formazioni

Parole forti ma quelle ancora più intense pronunciate da Bettinelli sono dedicate alla situazione economica del Varese, che giovedì ha pagato stipendi e contributi previdenziali ma non ha rispettato la scadenza per il versamento delle ritenute Irpef. Il club riceverà così un altro punto di penalizzazione che si sommerà a quello già avuto per il ritardo di gennaio e febbraio e ai due attesi per le inadempienze di marzo e aprile. Con il -4 di fatto la squadra di Bettinelli è ultima, a pari punti con l’Entella, che ha una partita in meno. L’allenatore pensa al lato umano: «La società ha deciso di impiegare tutte le risorse disponibili per garantire lo stipendio anche ai dipendenti non tesserati, preferendo dare la priorità alla dignità di questi lavoratori e non all’Irpef. Questo significa una nuova penalizzazione ma sono fiero e orgoglioso della scelta perché il Varese non è fatto solo dai miei giocatori ma da tante altre anime indispensabili alla causa biancorossa: dalla lavandaia Rosi ai nostri magazzinieri, da chi ci porta in giro per l’Italia a chi cura il prato del Franco Ossola. Un punto in classifica si recupera, l’umanità no e la dignità non ha prezzo».

Il discorso del tecnico è carico di passione ma una domanda rimbalza in faccia a Bettinelli: quanto può influire sul morale del Varese il nuovo punto di penalizzazione e il fatto di dover, prima o poi, rinunciare a quattro dei nove punti conquistati finora sul campo? «Fino a quando io sarò alla guida di questa squadra nessuno si farà mai abbattere. Se io avessi anche solo un momento di debolezza, lascerei subito il Varese. La salvezza non è scontata e sappiamo quanto possa essere decisivo ogni singolo punto, ma sono sicuro che ci salveremo. Questi ragazzi stanno ottenendo risultati superiori alle attese: siamo destinati a fare la storia». Bettinelli rincara la dose: «Penso solo a vincere ogni partita, non ascolto le sirene negative, guardo unicamente il campo e mi interessa tirare fuori il meglio da ogni giocatore. Ho cercato di portare nei ragazzi tranquillità e permetto loro di sbagliare. Voglio una squadra forte non solo nelle gambe ma soprattutto nella testa, stiamo lavorando per migliorare questo aspetto».

Intorno al Varese c’è tanta compattezza: «È questa – conclude Bettinelli – la nostra arma in più; mai come quest’anno ho visto la società vicina alla squadra e si respira unione e unità di intenti. Allo stesso tempo so che personalmente mi assumo responsabilità e rischi: potevo andarmene da salvatore della patria, dopo la salvezza della passata stagione, ma sono rimasto perché credo nel progetto e amo il Varese. Sono fermamente convinto della mia scelta, che ho preso senza il minimo dubbio. C’è già chi ci ha buttato tanta merda addosso e c’è chi non vede l’ora di criticarci e di remarci contro. Non è un problema: vuol dire che stiamo crescendo, che siamo importanti. A volte è meglio avere dei nemici piuttosto che dei falsi amici».