Malpensa pazza per Corona «Fabrizio, siamo con te»

MALPENSA Fabrizio Corona è rientrato in Italia, atterrato all’aeroporto di Malpensa prima di essere trasferito nel carcere di Busto Arsizio dove inizierà a scontare la condanna a cinque anni per estorsione confermata qualche giorno fa dalla Corte di Cassazione. Era a bordo del volo di linea Tap numero 804 proveniente da Lisbona, atterrato a Malpensa attorno alle 17.10, con qualche minuto di anticipo.

Ad attenderlo, oltre ad uno sparuto gruppo di fans che hanno intonato cori in suo onore e al nugolo di telecamere delle tivù e di flash dei paparazzi, c’erano gli agenti della Polizia Penitenziaria che lo hanno prelevato per trasportarlo nel carcere di Busto Arsizio. Corona è uscito attorno alle 18 dal varco 4 del terminal 1 di Malpensa a bordo di un Suv con i vetri oscurati. «Non siamo riusciti a vederlo» il rammarico di alcune lavoratrici dell’aeroporto che a fine turno lo hanno aspettato al varco, con tanto di cartelli scritti a pennarello («Fabrizio siamo con te»).

Notevole lo spiegamento delle forze di polizia per assicurare il regolare spostamento del detenuto Corona verso la Casa circondariale di via per Cassano a Busto Arsizio, dove è arrivato attorno alle 18.30. Il fotografo, che era già stato per 80 giorni agli arresti a San Vittore nell’ambito dell’inchiesta Vallettopoli, potrebbe successivamente essere trasferito in un carcere milanese.

Condannato in via definitiva a cinque anni di reclusione per estorsione aggravata e trattamento illecito di dati personali, per aver chiesto 25mila euro al calciatore David Trezeguet in cambio della mancata pubblicazione di foto compromettenti, il fotografo dei vip si era dato alla fuga prima di costituirsi a Lisbona, da dove è stato estradato con procedura velocizzata dopo un’udienza di convalida tenutasi nella giornata di ieri nella capitale del Portogallo. Sul suo capo pendeva un ordine di arresto della Procura Generale di Torino, visto che Corona aveva perso il diritto ai benefici concessi dalla legge per evitare la carcerazione.

Alle telecamere Rai del programma “La Vita in Diretta”, che lo hanno intercettato mentre espletava le formalità burocratiche in aeroporto, il fotoreporter ha ribadito la sua innocenza: «Vado in carcere per tre fotografie in un Paese dove ci sono delinquenti, assassini e stupratori a piede libero. La fuga? È stato solo un gesto dimostrativo».
Andrea Aliverti

b.melazzini

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