Inceneritore Accam, niente revamping

Accam, quattro scenari per un futuro oltre il revamping. I dubbi della Lega Nord: «Ci sono vantaggi concreti per i cittadini o dobbiamo mantenere in piedi l’inceneritore per il gusto di averlo?».

– Ieri sera in sala consiliare l’amministratore delegato di Accam ha illustrato, per la prima volta pubblicamente, l’esito degli approfondimenti del tavolo di lavoro istituito su indicazione dell’assemblea dei soci per esaminare le alternative al revamping da 40 milioni che ormai non si farà più. «Sono scelte da far tremare i polsi – ammette il sindaco, che ha convocato l’incontro invitando consiglieri comunali e amministratori dei Comuni soci – per vivere, Accam deve essere sostenibile».

Un punto fermo dovrebbe essere l’aggregazione delle società di igiene ambientale di Busto, Gallarate e Legnano, su cui «sono già in corso riunioni per una traduzione in concreto del progetto»: già solo questo passaggio dovrebbe permettere risparmi per tre milioni di euro l’anno nella raccolta dei rifiuti. A quel punto resta da decidere se e come ristrutturare l’inceneritore, considerando che «la dismissione comporta una perdita patrimoniale», come sottolinea Ghiringhelli. Pesa dal punto di vista economico, infatti gli scenari «più sostenibili», sia nell’ipotesi di raccolta differenziata al 63%, come oggi, che in quella futuribile di raggiungere l’80%, «sono quelli che prevedono il mantenimento di una linea di termovalorizzazione».

Che potrebbe essere, o meno, affiancata da un impianto di selezione, la “fabbrica dei materiali”. Quest’ultima invece, da sola, perderebbe nelle due ipotesi tra gli 800mila e il milione di euro l’anno. Anche dal punto di vista occupazionale, l’incenerimento garantirebbe circa il doppio degli addetti rispetto alla selezione. Nel dibattito irrompono i dubbi del capogruppo leghista : «Sembra di essere sotto ricatto continuo: o teniamo in piedi o ci perdiamo dei soldi – afferma – addirittura si parla di aumentare le tariffe: ma come possiamo dire ai cittadini che mantenere in piedi Accam ci costa più che mandare altrove i rifiuti? Senza vantaggi, su tariffe e teleriscaldamento, che senso ha?». «Se prevediamo un utile del 16%, decideranno i soci se abbassare le tariffe – replica Ghiringhelli – senza contare il vantaggio di governare direttamente la filiera sul territorio, non dipendendo da altri impianti».