Buongiorno Varese: la Coppa dei Campioni l’hai vinta tu, non il Barcellona o la Juve. Mancano solo i caroselli in piazza Monte Grappa: non ci siamo guadagnati la C1 come il 3 giugno del ’90 con Tatti e Zerbio gol, però ce la siamo costruita giorno per giorno da quel 19 giugno con duemila persone nel cuore della città e tutta una serie di decisioni fantastiche, in barba ai due padri del Varese (Claudio Milanese e Ricky Sogliano) che, tirati per la giacca, rispondevano amorevolmente e con pazienza al vertice della società, rimanendo inascoltati, salvo poi essere spacciati per “mentori” da chi non ci ha mai pensato un attimo a seguirne i consigli.
Quindi preparate trombe, magliette (magari pure col dito medio sfoderato subito dopo la salvezza di un anno fa) e striscioni, pronti ad esultare come sta facendo quella parte di Varese e del Varese che l’ha sempre vista lunga, che conosce ogni virgola di questa gloriosa storia. Complimenti a questi “eroi” dell’iscrizione che negli ultimi anni hanno guidato il club mettendosi sulle loro spalle un fardello enorme mentre i varesini “insensibili” (chissà perché) non davano quel gettone che sarebbe stato sicuramente speso bene e fatto fruttare con lungimiranza. Quindi grazie, ancora una volta, al proprietario Laurenza e ai suoi uomini immagine in società per l’ultimo capolavoro: avere garantito la Lega Pro, che è molto meglio di cinque anni di serie B. E grazie per averla acciuffata su basi solidissime, grazie a persone generose e disinteressate, e soprattutto a mecenati del nuovo millennio alla Giovanni Borghi che, dopo un mese e mezzo di trattative serratissime e alla radiografia degli ormai proverbiali conti del club, hanno deciso finalmente di uscire allo scoperto, più o meno uno dei prossimi giorni, e costituire uno di quei quattro pilastri evocati da Laurenza per sostenere la sua casa.
Un bel milioncino sul piatto, e via verso nuove conquiste, magari un pizzico più soddisfacenti di quelle degli ultimi due anni (se tanto ci dà tanto…). Altro che Festa della Repubblica, qui è un carnevale biancorosso: dopo l’impresa di perdere la serie B, costruita con pazienza certosina mettendo sempre le persone giuste al posto giusto, eccone un’altra. Schierare il Varese in Lega Pro con “appena” due punti di penalizzazione, con un patrimonio solidissimo (soprattutto di valori umani), con un nuovo (?) timoniere pronto a versare milioni e milioni di euro, con una squadra societaria e non solo che si è già dimostrata vincente, con il sostegno unanime dell’unica stampa che il presidente ha giurato di leggere e di quella che spopola su internet (così presente e vicina da essere praticamente la voce ufficiale del club). E con tutti noi della Provincia, «carogne da bruciare come i bonzi e disadattati» (parole finissime, da uomini puri e veri che ieri ci sono arrivate alle orecchie), che ci genuflettiamo e urliamo plaudenti: «C1 siamo e grazie di tutto, Nicola Laurenza».