«Oggi c’è ma quale futuro ha?» E all’Ariston “vince” la fiction

«Questa formula ha un presente, ma non so che futuro avrà»: è il varesino Mauro Gervasini, giornalista, critico cinematografico e direttore del settimanale Film Tv, a fare un bilancio della kermesse canora sanremese appena conclusa.

Non lesina in pareri in linea con il mestiere del critico, e non manca di esprimere positive osservazioni sul regista Giacomo Campiotti, anch’egli varesino, la cui fiction “Non è mai troppo tardi”, in onda stasera su RaiUno, è stata lanciata proprio dal palco dell’Ariston.

In generale sulla gara canora come spettacolo televisivo Gervasini ritiene che «abbia valore se le canzoni presentate sono belle, spiccano e hanno un risultato. Mi è parso sottotono come contenuti».

Da una parte Fazio e Littizzetto fanno bene il loro mestiere, dall’altra «sono troppo presenti: tutte le settimane per due sere Fazio è a “Che tempo che fa”. Quell’effetto inflazione sulle figure dei due presentatori un po’ c’è. Sarebbe bello per una volta l’effetto sorpresa».

Come buona parte del pubblico, secondo i dati d’ascolto, Gervasini ha guardato lo show a spot.

Sulla gara che ha visto Arisa vincitrice con “Controvento”, seguita da Raphael Gualazzi e The Bloody Beetroots e da Renzo Rubino (risultato che ha visto una coincidenza tra le scelte del televoto e la giuria di qualità), Gervasini ha il suo punto di vista particolare.

«Non ho sentito il pezzo di Arisa che ha vinto e questo non è sorprendente. È una specie di legge di Murphy. Nei festival di cinema di solito il film che non vedo vince. Ho trovato un po’ deludente Guallazzi rispetto alle aspettative». Più preparato, invece, sul fronte giovani con la bella vittoria del cantante salernitano che ha portato in vetta l’hip-hop.

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