La vicenda di Forlì ci fa amare casa nostra

Il commento di Francesco Caielli

Intanto è passato (quasi) sotto silenzio quello che è accaduto a Forlì piazza storica, piazza calda, piazza dal passato importante. Nei giorni scorsi la squadra si è ritirata dal campionato di LegaDue, dopo che nelle ultime partite era scesa in campo l’Under 19. Motivo? Indovinate un po’: soldi. Nel senso che sono finiti, ammesso che ce ne fossero.Già, perché la storiella è curiosa. Nell’estate scorsa la società era stata salvata dall’ingresso di una colorita accoppiata: Massimiliano Boccio e l’avvenente moglie Mirela Chirisi, una “gnocca” da tacco 14 che non può passare inosservata e che assume la carica di presidente. I due sparano alto: 5 milioni di

capitale sociale, progetto ambiziosissimo (Armani, stiamo arrivando), Alberto Bucci come gm e una campagna acquisti da leccarsi i baffi (da Becirovic ad Antonuti).Favoletta durata pochino: stipendi mai pagati, giocatori cacciati da alberghi e alloggi, promesse da marinaio fino al tragico epilogo.E adesso non è piaggeria, non è nemmeno voglia di fare gli aziendalisti: per carità. Il punto è che storiacce come questa, vergognose e tristi, hanno il potere di farci apprezzare un po’ di più quel che abbiamo in casa.Questa Pallacanestro Varese, intesa come società, ci fa incazzare spesso e volentieri (a volte capita anche il contrario). Ma di bugie non ce ne ha mai raccontate.