Meteoriti dal cielo come in Russia Varese oggi ha un’arma in più

VARESE Con l’inizio dell’estate il telescopio di terza generazione dell’osservatorio astronomico del Campo dei Fiori sarà funzionante e potrà monitorare gli asteroidi deboli e studiare l’esplosione delle novae, stelle che esplodono nel cielo alla fine della loro vita. La Società Astronomica “G.V.Schiaparelli” fu fondata dal professor Salvatore Furia nel 1956 al fine di creare un «ponte di comprensione tra la Scienza e la gente». Da allora, grazie al volontariato, l’associazione è impegnata in attività divulgative.

Da diversi anni si è affiancata un’importante e intensa attività di ricerca scientifica, svolta a livello internazionale. Quando nel 2008 fu completata la costruzione del nuovo padiglione con la terza cupola, essa doveva ospitare un telescopio fino a un metro di diametro. Quest’ultima opera del profesor  Furia è rimasta incompiuta fino allo scorso dicembre, quando il Presidente di A.A.V.S.O. (American Association of Variable Stars Observers) ha donato alla nostra Associazione uno specchio di 80 cm di diametro, il più grande in Lombardia ed uno dei più grandi in Italia per uso amatoriale. Lo specchio ha un valore di 60/70 mila euro ed è l’unico in Europa, e uno dei pochissimi al mondo, in grado di monitorare gli asteroidi deboli di magnitudo 21, cioè asteroidi di piccole dimensioni.

Ma non è detto che la nuova strumentazione dell’osservatorio, possa aiutarci a scongiurare quanto accaduto nelle prime ore di questa mattina in Russia, quando un asteroide è entrato nell’atmosfera e ha causato, oltre a non pochi disastri, anche numerosi feriti. A spiegarci quanto accaduto nell’area della catena montuosa degli Urali è Luca Buzzi, responsabile dell’attività di astrometria dell’osservatorio. «L’asteroide aveva una dimensione di circa 1/2 metri – spiega – Quando ha fatto il suo ingresso nell’atmosfera si è disintegrato e ha generato una forte onda d’urto, responsabile dei danni generati negli Urali. Nessun frammennto

ha toccato terra, la materia si è completamente disintegrata. Questo fenomeno è più frequente di quanto si possa immaginare, almeno una volta al giorno un asteroide entra nella nostra atmosfera: spesso, non si ha notizia perchè finisce nell’oceano o nel deserto. È difficile riuscire a intercettarli prima che raggiungano l’atmosfera terrestre perchè al momento non abbiamo l’attrezzatura adeguata per coprire completamente il cielo. Le ricerche condotte dall’osservatorio hanno l’obiettivo di studiare e prevenire eventi di questo genere». E tra qualche anno, con le strumentazioni di quarta generazione, questo ambizioso obiettivo sarà perseguibile. V. Des.

b.melazzini

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