«I motivi per cui dire grazie a Cecco Vescovi sono talmente tanti che ci sarebbe soltanto l’imbarazzo della scelta».
Max Ferraiuolo ci tiene a precisarlo: la sua non è una difesa d’ufficio, che in questo caso non sarebbe minimamente necessaria vista l’evidenza dei fatti sui quali poggiano le sue parole di stima nei confronti dell’amico, ex compagno di squadra prima e di avventura poi nel percorso – difficile e pieno di ostacoli – che ha condotto e conduce ogni giorno al salvataggio e alla sopravvivenza della Pallacanestro Varese. Il nostro quotidiano ha detto la sua: mettere in discussione, oltre a Gianmarco Pozzecco, il principale protagonista dell’epoca biancorossa che stiamo tutt’ora vivendo, dalla resurrezione seguita alla retrocessione fino ai giorni nostri, ci è parso un qualcosa di assolutamente spropositato oltre che ingiusto, rispetto al momento – per carità, poco bello a essere eufemistici – che la Openjobmetis sta attraversando.
Ha ragione Max: nessuna difesa d’ufficio, solo un’analisi della storia recente, a beneficio chi avesse la memoria davvero troppo corta. «Di sicuro Cecco avrebbe vissuto anni decisamente più sereni se avesse deciso di dedicarsi nella vita a tutt’altro – afferma il team manager biancorosso – Abbiamo iniziato il nostro lavoro nella stagione successiva alla retrocessione (ossia l’annata 2008/2009) con un grande tema al centro di ogni nostra giornata: la sopravvivenza del club. Ci siamo trovati più volte sull’orlo del baratro, vivendo giornate da brivido, che qualche sofferenza anche dal punto di vista fisico hanno portato, proprio a Vescovi».
Un impegno a 360 gradi, 24 ore su 24, anche nei panni di presidente, ruolo che ha assorbito infinite energie e quest’anno Vescovi ha sentito giustamente di cedere a Stefano Coppa, per concentrarsi su compiti più prettamente tecnici, in qualità di gm. «E Cecco ha sempre saputo fare tutto questo con onestà, rettitudine e con quella franchezza che non lo ha mai spinto a esprimere concetti falsi, solo per compiacere e farsi apprezzare – afferma Max – Troppo facile salire sul carro dei vincitori quando le cose vanno bene e criticare aspramente quando qualcosa invece gira storto, come se costruire una squadra e mettere in piedi una stagione sia da considerarsi un giochino da bambini».
«Cecco è il salvatore della patria, è stato fra gli ideatori del Consorzio “Varese nel cuore” ed è una figura presa come esempio da tanti». Sandro Galleani, altra bandiera della nostra pallacanestro, non solo biancorossa ma anche azzurra, traccia lo stesso identikit dell’attuale general manager della Openjobmetis fatto da Ferraiuolo. «Dalle stelle alle stalle, a seconda di come tira il vento: la vita a volte porta a questo» dice lo storico massaggiatore della Pallacanestro Varese, ora addetto agli arbitri.
Che aggiunge però considerazioni sull’annata in corso e il modo di affrontarla, anche dal punto di vista umorale. «I tifosi varesini sono stati splendidi in principio, sottoscrivendo in massa l’abbonamento a scatola chiusa, quando ancora non c’erano giocatori sotto contratto, a testimonianza di una grande fiducia nella società – sottolinea Galleani – In campionato poi è arrivato qualche piccolo sbandamento, con la squadra e il pubblico che si sono fatti trascinare dalla situazione negativa del momento».
Questa la tendenza da invertire, per evitare di cadere nell’errore di mettere in discussione anche le certezze sulle quali si regge tutto. «Sbagliato non credere più nella squadra e nei giocatori che la compongono, perché quello che stiamo vivendo non è un patatrac e pertanto non si devono sollevare dubbi sulle persone che in questi anni hanno così bene operato e che si sono rese protagoniste innanzitutto del salvataggio della società. Così come nella stagione degli “Indimenticabili”, quando nessuno mai si sarebbe aspettato di poter lottare per lo scudetto, gli uomini al comando sono gli stessi di allora e non è giusto non riconoscerne i meriti».
L’umore dei tifosi è un termometro del successo, ma è sempre pronto a volgere al bello non appena le cose tornano a funzionare al meglio. «E speriamo che questo possa accadere già nei giorni che ci attendono».