La vicenda delle due cooperanti italiane rapite nella regione siriaca ha riproposto la vexata quaestio del pagamento di riscatti per riavere persone sequestrate da bande armate.
Salvini, segretario della Lega, afferma che è giusto riportare a casa le due ragazze, ma non si deve pagare alcun riscatto. Non so se ridere o disperarmi : le ragazze potranno essere riportate in Italia solo dopo aver pagato qualche milione di euri a quei tagliagole. Riscatto che dovrebbe, a rigor di logica, esser pagato da chi le ha inviate laggiù, a meno che non abbia avuto l’approvazione e il supporto del nostro governo.
Nella regione siriaca e in altre parti del mondo arabo sono in atto guerre civili, o meglio guerre di bande l’un contro l’atre armate e tutte assieme armate contro gli occidentali (nuovi crociati, cristiani, cioè infedeli da convertire o uccidere !). Gli stranieri sono visti come nuovi colonizzatori e i cooperanti
considerati oggetti di scambio al momento opportuno. Paghiamo dunque e portiamocele a casa. Ma dopo si analizzi il problema di queste organizzazioni: da chi sono guidate e composte, da dove provengono i mezzi di sostentamento. E si dichiari che esse vanno in questi luoghi di guerra a loro rischio.