Un anno aveva dichiarato uno stipendio complessivo di circa 17mila euro, persino inferiore alla retribuzione delle sue più strette collaboratrici. Ma poteva permettersi un tenore di vita esagerato, con tanto di viaggi nella scintillante e lussuosissima Dubai, rilassanti tornei di golf in Sudamerica, soggiorni al mare con suggestive vacanze in barca a vela. Per non parlare poi delle ricche sponsorizzazioni che garantiva a diverse manifestazioni automobilistiche.
Con uno stipendio modesto poteva permettersi uno studio in centro a Saronno, in vicolo Caldo.
L’uomo, un noto commercialista di Saronno, , secondo la ricostruzione investigativa della Guardia di Finanza di Saronno, guidata dal tenente , e della Procura di Busto Arsizio (coordina l’indagine il pm ), era la “mente” di un sistema che ha coinvolto anche 21 imprenditori del Varesotto, della Bassa Comasca e della provincia di Monza e Brianza, che complessivamente avrebbe prodotto un giro di fatturazioni fasulle per un imponibile di circa 8 milioni di euro, evadendo Iva per circa 1,4 milioni di euro. È stato disposto il sequestro di circa 1,8 milioni di euro, pari all’imposta evasa dal commercialista.
Basilico poteva vivere nel lusso più sfrenato denunciando uno stipendio minimo, molto al di sotto del tenore di vita che stava portando avanti. Ma la vita da nababbo è finita: il commercialista, trasferito nel carcere di Busto Arsizio, dovrà rispondere di annotazione ed emissione di fatture false.
Gli sono state contestate anche l’associazione a delinquere e l’aggravante dell’internazionalità del reato (fondi neri in Svizzera).
Il sistema messo in piedi era estremamente ingegnoso oltre che redditizio: attraverso un giro vorticoso di false fatturazioni emesse a nome delle sue società (aveva costruito un sistema di società fittizie), di società inattive o coinvolte in procedure concorsuali, di cui lui stesso era responsabile delle scritture contabili, senza che gli amministratori fossero a conoscenza dell’uso illecito che ne veniva fatto, Basilico ha consentito a diversi clienti del suo studio di ottenere un grande guadagno.
Hanno potuto evadere consistenti somme, costituendo anche fondi illegali in Svizzera. In cambio del servizio offerto, pagavano al commercialista una commissione tra il 20% e il 30% degli importi “sconosciuti” al fisco.
In manette (si trovano ai domiciliari) sono finite anche due fedeli collaboratrici, ritenute fondamentali all’interno del sistema. Anche i 21 imprenditori dovranno rispondere di reati fiscali.
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