All’Abetone si scia da seduti I varesini cancellano le diversità

ABETONE (PT) Il monosci accarezza la neve: veloce, inaspettato e silenzioso come una lacrima su una guancia. Portandosi dietro tutto lo stupore di chi sta scoprendo un mondo nuovo: fatto di cose che si credevano impossibili e che impossibili non sono, fatto di orizzonti nuovi e di emozioni che si credevano perse per sempre.

C’è Leonardo, il ragazzino di Roma costretto su una carrozzina e con una testa diversa che è capace di battere tutti a scacchi. C’è Guido, bimbo di casa nostra con gli occhi dolci e che per camminare ha bisogno di un trabiccolo speciale. C’è Nicoletta, ragazza con una storia da raccontare e con un sorriso che ogni uomo dovrebbe avere la fortuna di incontrare, almeno una volta nella vita. C’è Alexander, ragazzo senegalese che gioca nella Cimberio in carrozzina e che non vede l’ora di raccontare a sua mamma, rimasta giù in Africa, di questa cosa strana che si fa sulla neve.

Sono loro, e sono tutti bellissimi: i ragazzi della neve. Gente capace di sputare in faccia alla loro disabilità e di urlare il loro no in faccia a chi continua a ripetere “no, questo non puoi farlo”. Si sono ritrovati tutti quanti nello scorso fine settimana all’Abetone, tappa del Freerider Ski Tour, e hanno sciato: alcuni per la prima volta nella loro vita, altri per la prima volta dopo che la loro vita è maledettamente cambiata. Il tutto è stato reso possibile grazie alla lucida follia di due persone

che hanno deciso di andare oltre la normalità: Nicola Busata e Roberto Bof. Uno, qui a Varese, lo conoscono anche i sassi: lui che ama definirsi “diversamente abile” e che da anni combatte la sua battaglia contro le barriere (mentali e fisiche) e a favore dello sport per disabili. L’altro è un ragazzo di Daverio: una vita a fare il maestro di sci fino al giorno in cui ha deciso di trovare il modo per consentire di sciare a tutti quelli che credevano di non poterlo fare.

Lui ha inventato e perfezionato il monosci, lui insieme a un gruppo di pazzi ha messo a punto una tecnica di insegnamento e formato dei maestri di sci “da seduto”. Lui ha messo in piedi la Freerider, associazione che da novembre ad aprile gira l’Italia portando in giro un coloratissimo gruppo di diversamente sciatori.

All’Abetone, nonostante tre giorni di pioggia e neve, alla fine hanno sciato tutti quanti: Guido e Leonardo, Nicoletta e Alexander, ma anche l’allenatore della Cimberio in carrozzina Carlo Marinello e Andrea Colombo, nuotatore della PolHa Varese. Un pieno di “diversamente sorrisi”, che ci hanno reso difficile il ritorno alla civiltà.

Francesco Caielli

a.confalonieri

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