GALLARATE Una rosa, adagiata in un contenitore dalla forma insolita. Tutto intorno, piccole montagne di sabbia verde, su ciascuna delle quali era appoggiata una chiave. E una decina di candele a fare da contorno.Hanno pensato subito che si trattasse dei resti di un rituale i gallaratesi che, ieri mattina in piazza San Lorenzo, si sono imbattuti in questa insolita combinazione, rinvenuta di fianco all’ingresso laterale della biblioteca, dove un tempo sorgeva l’edicola che ora si è trasferita poco più in là. Non solo. Resti del tutto simili sono stati rinvenuti ieri mattina anche dalle parti di via Aleardi.Ma cosa significano la rosa, le
chiavi e le candele? Forse ricordando l’orrore delle Bestie di Satana, qualcuno dei passanti avrà pensato che si trattasse di un rito satanico. In realtà, il rituale avrebbe un significato di natura completamente opposta. Stando alle fonti che «La Provincia» ha potuto consultare, infatti, si tratterebbe dei resti di un rituale d’amore, ascrivibile al candomblé piuttosto che alla santeria.Si tratta di culti sincretici, che uniscono elementi della religione cattolica ad aspetti legati alla religione yoruba, praticata dagli schiavi africani, piuttosto che del culto degli Orixa, divinità di origine totemica e familiare. L’origine di queste credenze è il Sudamerica, in modo particolare il Brasile.
e.romano
© riproduzione riservata










