Quel compagno che renderà bello il nostro viaggio

Il commento del nostro Francesco Caielli

Ecco, ecco una di quelle date che sarebbe il caso di segnarsi da qualche parte. Per poter rispondere a chi tra qualche anno chiederà a bruciapelo: «Ma quand’è che è iniziato tutto?». E, sì: «Domenica 6 settembre 2015» potrebbe essere una risposta buona. Insomma, la sensazione è quella – inconfondibile – che si prova un attimo prima che l’aereo si stacchi da terra. La sensazione di un viaggio che inizia e che chissà cosa ci regalerà.Si parte, insomma: ma si parte convinti di avere le gambe forti abbastanza per andare lontano. Ci si guarda attorno e si scopre che non siamo soli, anzi: entusiasmo, gente, voglia di esserci. C’è molta più attesa per questa Eccellenza di quella che ci sarebbe stata se le frottole estive di chi prometteva stadio e Lega Pro si fossero tramutate in realtà. I motivi di questa “fregola” sono tanti, e alcuni sinceramente ci sfuggono (già, perché alcune manifestazioni di voglia di Varese sono irreali, irrazionali, indefinibili). Ma c’è un motivo che, secondo noi,

è più motivo degli altri. Si è fatta piazza pulita e sì, lo sappiamo che questa frase fa incazzare un po’ di gente: però era l’unico modo per tornare a costruire qualcosa là dove prima c’erano solo macerie. Spazzare via tutto, e rimettersi a immaginare un futuro grandioso. E se insieme alle macerie è stato spazzato via anche qualcosa che forse sarebbe stato meglio tenere d’acconto, fidatevi: quel qualcosa tornerà. Noi intanto ci teniamo il nostro inizio e insieme quei riti che servono per affrontare questo viaggio, strano e diverso, senza farci spaventare troppo. Ci teniamo quei piccoli amuleti che tireremo fuori quando farà freddo e avremo paura. Un esempio? Quel messaggio che ieri ha ronzato sul telefono, inaspettato. Mittente, Luca Sogliano. Vi regaliamo questa chicca, via. “Il Varese è nel mio cuore… voi anche… il mio in bocca al lupo serve a poco… ma sono lì con voi”. Ecco, il bello di ogni viaggio. La partenza, la destinazione, le immagini. Ma soprattutto chi ti sta di fianco.