Super esperto di Papi a 11 anni Dal Corvo a Celestino: Mario sa tutto

VARESE Un baby vaticanista a Sant’Ambrogio. Mario Gervasini ha undici anni ed è un appassionato esperto di questioni di Chiesa. Recita a memoria e in ordine cronologico i nomi dei pontefici da San Pietro ad oggi e ha visto due papi.Mario ha una proprietà di linguaggio incredibile per un ragazzino della sua età ed è impressionante sentirlo discutere di Vaticano, della parola del Signore e di questioni interne alla Chiesa Cattolica. La sua passione è nata facendo il chierichetto, quattro anni fa «anche se la mamma mi racconta che ne ero già affascinato da piccino, perché quando vidi papa Wojtyla le dissi che era molto elegante». E poi Mario da solo ha continuato a informarsi «leggendo molti libri sulla storia della Chiesa e vedendo i documentari – racconta – Il mio preferito è quello della Current tv, The Vatican Insider, perché per la prima volta delle telecamere hanno ripreso la vita del Papa – e aggiunge – e tra l’atro si vedeva Paolo Gabriele, il Corvo, che gli serviva la colazione». Sono anche questi intrighi e la complessità del mondo cristiano che lo affascinano e quando parla è un fiume in piena. «Amo la simbologia di cui la Chiesa è ricca e la liturgia». Per questo quando ha saputo che Benedetto XVII si era dimesso, a differenza di molti suoi

coetanei, ha pensato subito a Celestino V e «a Dante Alighieri che lo definì vile, ma solo perché li aveva lasciati a Bonifacio VIII». Non perché un Papa non possa dimettersi, anzi «capisco la scelta di Ratzinger – spiega – dopotutto è un umano, mettetevi nei suoi panni. Da solo sopporta l’enorme peso di essere l’unico pastore di un enorme gregge, quello dei cristiani». Del resto anche lui lo aveva visto «affaticato e invecchiato. Sono stato ricevuto in udienza da Benedetto VXII nel 2011, il momento più emozionante della mia vita, come regalo per la prima comunione. E poi l’ho rivisto l’anno scorso. A distanza di un anno è cambiato molto, sembrava molto provato». Mario quindi avrebbe preferito come suo successo l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, «ero al suo insediamento alla nostra diocesi e mi ha colpito per il suo carisma e la sua  vitalità. E poi mi sarebbe piaciuto tornare alle origini con un papa italiano. Se fossi cardinale sarei stato indeciso anche tra l’arcivescovo di Boston, Patrick O’Maley. Una figura energica, proprio quello di cui c’è bisogno». Non ha azzeccato il toto Papa, ma a Mario piace comunque anche papa Francesco e non vede l’ora di incontrarlo personalmente e magari discutere dei grandi temi della Chiesa. A cominciare dalla crisi delle vocazioni, per cui Mario ha un’idea precisa.

s.bartolini

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