«Già in libertà dopo la rissa con accoltellamenti a San Michele. Non è una cosa che ci lascia tranquilli». Ad ammetterlo in consiglio comunale è l’assessore alla sicurezza Claudio Fantinati, che non riesce ad esimersi dal citare «il grave episodio» di mercoledì sera, la violenta rissa tra via Volta e piazza Manzoni che ha costretto due persone a finire in ospedale, per ferite da accoltellamento.
L’episodio ha suscitato grande scalpore in città: la scintilla, poco prima di mezzanotte in via Volta, nella zona del Museo del Tessile, quasi nel pieno centro della città. I protagonisti, tutti residenti a Busto e già noti alle forze dell’ordine per via di una sfilza di precedenti penali, sono stati quattro italiani, di cui una donna, e un tunisino, tra i 21 e i 36 anni di età.
Dai primi riscontri è emerso che lo scontro è iniziato in via Volta, per poi protrarsi fino a piazza Manzoni e piazza San Michele. Coltellate, con il sangue lasciato sulla strada, a quanto pare inferte dalla donna, 21 anni e incinta, ai danni di due uomini di 36 e 35 anni, finiti in ospedale dopo aver riportato ferite guaribili in 10 e
in 8 giorni. Dopo l’arresto del quintetto, effettuato nella notte di mercoledì dagli uomini di polizia e carabinieri intervenuti sul posto dopo le allarmate telefonate al 112 dei residenti della zona, nel pomeriggio di giovedì il processo per direttissima che ha convalidato gli arresti, sì, ma senza concedere la misura cautelare in carcere che era stata richiesta dalla Procura di Busto Arsizio.
Solo per la donna, l’accoltellatrice, è stato stabilito l’obbligo di dimora dalle 8 di sera alle 7 del mattino. Così è la legge. Ma l’assessore alla sicurezza Claudio Fantinati ammette il suo sconcerto per come è finita la vicenda, pur avendo respinto ogni allarmismo fin da subito.
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