Torcia umana contro gli agenti Piazza Repubblica da incubo

VARESE Fermato da due agenti della Polizia di Stato in borghese, pusher si dà fuoco per sfuggire a un controllo della polizia. Denunciato su disposizione del pubblico ministero Annalisa Palomba per resistenza a pubblico ufficiale. È successo ieri pomeriggio, intorno alle 13, in piazza Repubblica. La torcia umana è un marocchino di 26 anni già noto alle forze dell’ordine e con numerosi precedenti alle spalle (fu arrestato nel 2005 per spaccio di hashish): è clandestino e senza fissa dimora.Gli agenti della squadra Mobile erano impegnati in un controllo anti droga in piazza Repubblica, quando hanno notato il ragazzo in un angolo. Il volto era noto e gli investigatori hanno, così, deciso di seguirlo e, nel momento in cui gli hanno chiesto i documenti, il magrebino ha tentato di fuggire all’interno del centro commerciale, c’è il sospetto che il marocchino abbia riconosciuto i poliziotti nonostante fossero in borghese dato i suoi trascorsi. Gli uomini della mobile hanno tentato di fermarlo, ma lo spacciatore ha iniziato a versarsi sul piumino imbottito dell’alcol contenuto in una bottiglietta rossa che teneva in mano. Dopo una colluttazione con uno degli investigatori, ha cercato rifugio all’interno del negozio di abbigliamento da uomo “Belmonte” dove si è dato fuoco

con un accendino.Prontamente, i poliziotti lo hanno afferrato cercando di spegnere le fiamme. Dopo un ultimo tentativo di fuga verso l’uscita, che dal centro commerciale porta in via Volta, è stato portato, insieme ai due agenti che hanno riportato qualche ustione alle mani, al pronto soccorso. Lo spacciatore non ha riportato gravi lesioni e dopo le cure è stato perquisito: addosso non aveva droga. Ma quello di ieri non è stato un episodio isolato, secondo commercianti e Comune si tratta dell’ennesima situazione di degrado e scarsa sicurezza di piazza Repubblica. La sera prima intorno alle 19.50, le volanti sono intervenute (chiamate dalla titolare di “Belmonte”) per placare una rissa a suon di bottiglie tra due nord africani. Ma per chi vive regolarmente il centro commerciale questa è la normalità. La voce di titolari e commessi dei 70 negozi presenti nel centro è una sola: «Non ne possiamo più». La maggior parte di loro ha paura a lasciare la sera il posto di lavoro. Una paura che li porta a preferire l’anonimato e a non denunciare la situazione di degrado: «Abbiamo già abbastanza problemi così», ripetono in coro. Ma si avverte anche tanta rabbia nei confronti di istituzioni e forze dell’ordine.

s.bartolini

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